Politica

Verso le elezioni regionali: il tour di Giorgio Gori nel casalasco

“La rinuncia di Maroni? Non so se sia un vantaggio, ma io ero pronto a giocare la partita con lui e come vedete non ho cambiato agenda dopo la notizia. Certo sfidare un ex sindaco come Fontana consentirà di mettere al centro ancora di più i temi concreti e i problemi del territorio”, così

Inizia alle 15.40 dalla sede della Fondazione don Primo Mazzolari a Bozzolo il tour di Giorgio Gori, candidato alla presidenza di Regione Lombardia per il centrosinistra e il civismo, nel Casalasco. Ad accoglierlo il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, Cinzia Nolli del Pd bozzolese, Luca Burgazzi del Pd Cremonese, Francesca Zaltieri, vicepresidente della Provincia di Mantova, Alessandro Rosa, consigliere comunale di Casalmaggiore (gli ultimi tre nomi candidati consiglieri per Gori, i primi due per il Pd e il terzo per la lista Gori Presidente), il presidente e il segretario del Listone Gabriel Fomiatti e Alberto Fazzi, il sindaco di Rivarolo Mantovano Massimiliano Galli. Il ritardo di dieci minuti è dovuto all’attesa a uno dei passaggi a livello di Bozzolo dell’auto che trasporta Gori. Giancarlo Ghidorsi, segretario della Fondazione, ha illustrato l’attività della Fondazione e spiegato il legame di don Mazzolari con monsignor Loris Capovilla, originario di Bergamo come Gori. Ghidorsi ha anche spiegato che pure Papa Giovanni XXIII, originario di Sotto il Monte (Bergamo), scrisse sull’Adesso, il periodico di don Mazzolari. Gori ha posto diverse domande, dimostrandosi interessato alla spiegazione.

Il sindaco Torchio ha consegnato allo stesso un foglio con le priorità di Bozzolo, essenzialmente infrastrutturali, come il bypass del passaggio a livello, oltre al discorso del presidio sanitario don Mazzolari da rilanciare e alle Mura Gonzaghesche da recuperare.

BOZZOLO – CHIESA DI SAN PIETRO

“La rinuncia di Maroni? Non so se sia un vantaggio, ma io ero pronto a giocare la partita con lui e come vedete non ho cambiato agenda dopo la notizia. Certo sfidare un ex sindaco come Fontana consentirà di mettere al centro ancora di più i temi concreti e i problemi del territorio”, così Giorgio Gori ha commentato la rinuncia di Maroni alla candidatura bis.

Poi sui treni. “Il problema c’è ed è evidente. Io stesso sono rimasto fermo poco fa a lungo al passaggio a livello. I disagi che ci sono qui si verificano anche a Bergamo, dunque li conosco bene. La Regione deve iniziare a farsi sentire e a creare un dialogo più proficuo con RFI e con lo Stato”.

Gori ha visitato poi la tomba di don Mazzolari presso la chiesa di San Pietro, dove il 20 giugno scorso arrivò a pregare anche Papa Francesco. Sul posto anche don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo. Un momento di preghiera che chiuderà la prima tappa, tutta bozzolese, di Gori nel territorio.

PONTE DI CASALMAGGIORE

Sul ponte di Casalmaggiore, ad attendere Giorgio Gori, sopraggiungono anche Stefano Belli Franzini, sindaco di Gussola, i consiglieri di minoranza di Casalmaggiore e di Viadana Calogero Tascarella e Nicola Federici, Mario Daina, segretario del Pd di Casalmaggiore, Francesca Pontiggia, candidata del Pd per Gori su Cremona, e Paolo Antonini, presidente del Comitato Treno Ponte Tangenziale. Gori, salutato subito da una stretta di mano dall’ex sindaco Casalese Luciano Toscani, ha esordito spiegando di essere a conoscenza dello stanziamento di 35 milioni di euro da parte del Governo (“mossa corretta da parte di Delrio” ha detto) e ha poi chiesto se già esista un progetto a Paolo Antonini. Siparietto simpatico con un passante. Gori chiede: “Buongiorno, ma lei fa sempre il Po te a piedi” chiede Gori. “Sì, perché?”. E Gori: “Allora lo faccio anche io”. 200 metri circa e poi alcune riflessioni e alcuni pareri raccolti. Da Fazzi (Listone) è stato sottolineato il problema della nuova viabilità che lo spostamento del ponte ponte rispetto al vecchio comporterebbe. Luciano Toscani ha invece parlato di quattro mesi di attesa, troppi, e di sottovalutazione del Problema. Daina, in parte in contrasto con Toscani stesso, ha spiegato che il sottosegretario Pizzetti ha comunque dato garanzie sull’arrivo dei fondi attorno al 20 gennaio. È poi il turno di Antonini, che critica l’idea di soppressione delle Province, che ha evitato un discorso di manutenzione accurata, portando alla scoperta della situazione deficitaria del ponte quasi per caso. “Quanti soldi di quei 35 andranno su San Daniele?” chiede Gori. Le risposte sono abbastanza discordanti. Gori glissa con un “pensiamo intanto a questo ponte”. Antonini paragona al gioco delle tre carte lo stanziamento di fondi di Governo e Regione. Federici ha evidenziato che il peso del traffico veicolare è aumentato su Viadana, un pendolare parla di costi di carburante e tempo raddoppiati. Stefano Belli Franzini invece ha sottolineato come i problemi della chiusura del ponte ricadano su tutto il territorio, dunque su più comuni, oltre che sull’ospedale Oglio Po. Prossima tappa stazione ferroviaria.

STAZIONE DI CASALMAGGIORE 

Tappa in stazione, dove al gruppo si aggiunge Stefano Prandini, segretario del comitato Treno Ponte Tangenziale. A relazionare è Alessandro Rosa che parla dei vari servizi persi dalla stazione ferroviaria nel tempo, dalla biglietteria, al bar, ai servizi igienici. Problemi che i casalaschi conoscono bene. Battuta sulla ritinteggiatura della sala d’attesa da parte dei presenti: “Hanno aspettato la visita di Sorte per farlo”. Gori ascolta Rosa che rimarca l’importanza della Parma-Brescia, che collega due città molto produttive del Nord Italia. Lo stesso Rosa ricorda anche i numeri del monitoraggio con dati in contrasto con quelli di RFI. “Già prima della chiusura del ponte su parlava di 500 utenti giornalieri”. Rosa ricorda sua esperienza: “Prima 2.60 e le condizioni erano migliori, perché nel 2012 ancora il bar funzionava, ora 3.05 euro e, oltre ai disservizi e ritardi, sono previsti rincari”.

Gori osserva la tabella degli orari e Prandini evidenzia come manchi un rinforzo in particolare negli orari più caldi. Maurizio Toscani, ex consigliere comunale del Listone, ricorda come i pendolari avrebbero diritto a un rimborso ma in realtà essendo una tratta extra regionale questo non arriva mai.

Prima relazione di Gori: “Stiamo scoprendo un territorio che ha bisogno di essere rimesso al. Centro dell’attenzione e di un processo. Di sviluppo, come merita”. Ora tappa al Consorzio Casalasco del Pomodoro di Rivarolo del Re.

RIVAROLO DEL RIVAROLO DEL _ CONSORZIO CASALASCO DEL POMODORO 

Dai 70 miliardi di lire di inizio avventura ai 240 milioni di euro di fatturato odierno. Paolo Voltini illustra con i numeri la crescita del Consorzio Casalasco del Pomodoro, affianco dall’ad Costantino Vaia. Gori ascolta al tavolo e chiede informazioni sulla etichettatura, Voltini ricorda l’impegno ufficiale del Governo con soddisfazione e anche la partenza di un tavolo permanente sulla filiera del Pomodoro in particolare. Voltini, in leggero ritardo, spiega di essere stato impegno con i rinnovi delle bonifiche, particolare che Gori apprezza per l’attaccamento al lavoro. Dopo un video dimostrativo sull’attività del consorzio, Voltini è Vaia ricordano i disagi legati alla cjisiura del ponte con 40 dipendenti che da Parma muovono su Rivarolo del Re con conseguenze di tipo economico e logistico con 400 automezzi che viaggiano su quel ponte e sono ora costretti ad allargare il giro. Vaia ricorda anche l’investimento fatto nel 2017 pochi chilometri di là dal ponte. Vaia spiega la storia del Consorzio, che fino al 2000 mantiene la sua struttura conserviera tradizionale prima di iniziare una fase di sviluppo rapido sia per linee interne che esterne, con diversificazione del prodotto e con nuove aggregazioni, creando su Parma Il principale consorzio a livello europeo. Nel 2007 l’acquisizione del marchio Pomì e nel 2012 l’incorporazione della Boschi, senza scordare l’acquisizione di marchi legati a Parmalat, mantenendo anche vivo un discorso occupazionale. Infine nel 2017 l’acquisizione di De Rica, a conferma di un percorso rapido di crescita. Oggi al cooperativa ha il 66% del consorzio di Parma e controlla il 100% di Pomì America con investimento alto verso l’export (70% rifornendo i vari marchi leader del Paese). Vaia ricorda anche lo studio e l’innovazione sul biologico, spiegando che il Consorzio è il primo in Italia e il terzo in Europa.Gori chiede informazioni sulla Pac, alle quali risponde Voltini. Vaia ribadisce poi che la mission è aggregare i produttori diretti e mantenere un modello gestionale etico, rimarcando l’attenzione all’origine (“Lo facciamo da venti anni, finalmente lo hanno capito anche nella politica” spiega Vaia). “Siamo stati anche i primi a investire nella tecnologia dei droni e ora arriviamo a risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione” ha aggiunto Vaia, rimarcando una volta di più la diversificazione dei prodotti e la strada tracciata verso l’internazionalizzazione del prodotto, con l’apertura della filiale USA nel 2009. Gori plaude al fatto che nella filiera del Consorzio non vi sia conflitto tra produttori e trasformatori, “dato che tutto – precisa Vaia – è sotto un unico cappello”. “L’utile medio per chi partecipa alla filiera è del 12% in più rispetto al valore di mercato” spiega Voltini. “La stagione del Pomodoro diventa inoltre una buona opportunità per i giovani che vogliano approcciare col mondo del lavoro” aggiunge Vaia. Gori fa molte domande, dimostrandosi molto interessato ai numeri e alle tecniche usate dall’azienda. “L’unica cosa che manca è la promozione del sistema cooperativo a livello generale” sottolinea Voltini, illustrando dunque una richiesta concreta a Gori. “E già se passasse l’etichettatura a livello italiano sarebbe un grande volano per noi” conclude Voltini. Gori evidenzia come la Lombardia si sia un po’ troppo chiusa in se stessa mentre una concertazione interregionale potrebbe aiutare ulteriormente un’azienda come il Consorzio.

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Giovanni Gardani

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