Accordo modello tra ospedale e Istituto tumori: il primo in Lombardia
Presentato questa mattina l’accordo quadro fra ASST di Cremona (Area Donna), Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Trieste sulla collaborazione multidisciplinare nella gestione della patologia oncologica femminile. La collaborazione fra le parti riguarderà in particolare l’attività di ricerca, l’attività formativa e l’attività clinico – assistenziale.
Alla presentazione sono intervenuti Camillo Rossi (Direttore Generale ASST di Cremona), Luigi Cajazzo (Direttore Generale – Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano), Filippo de Braud (Direttore Dipartimento di Oncologia Medica ed Ematologia Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano), Daniele Generali (Direttore Multidisciplinare di Patologia Mammaria e Ricerca Traslazionale – Ospedale di Cremona) e Aldo Riccardi (Direttore Dipartimento Materno Infantile – ASST di Cremona).
“La collaborazione con l’Istituto dei Tumori e le Università di Milano e di Trieste – ha spiegato Camillo Rossi – è importantissima per la nostra Azienda, che potrà così interagire sempre di più in rete con i centri maggiormente accreditati per la prevenzione, diagnosi e cura dei tumori femminili. Tradotto in pratica, per l’ASST di Cremona e Area Donna, significa ampliare le possibilità di ricerca e migliorare il potenziale diagnostico e terapeutico. Significa ad esempio permettere alle pazienti che si rivolgono a noi di accedere a una second opinion o a valutazioni specialistiche ulteriori e di alto profilo senza muoversi da casa; con la garanzia di altissima professionalità e di interazione fra specialisti con diverse esperienze”.
“Questo accordo – prosegue Rossi – rappresenta un concreto passo in avanti rispetto al progetto di sviluppo di percorsi multi e interdisciplinari fra Istituto Tumori e Area Donna all’interno della Rete Oncologica Lombarda e contempla un confronto costante fra specialisti, Medici di Medicina Generale e le Associazioni dei pazienti. Inoltre, il carattere scientifico dell’IRCCS-INT e il supporto concreto delle Università, associati alla condivisione di dati clinici, di nuove strumentazioni e di farmaci innovativi, consentirà (nel prossimo futuro) di fare ricerca ad alto profilo a vantaggio di cure sempre più innovative per le patologie oncologiche”.
“L’Istituto Nazionale dei Tumori, primo IRCCS oncologico in Italia, conferma la sua disponibilità a collaborare con le Aziende Socio Sanitarie Territoriali lombarde, oltre che in generale con i Centri nazionali, europei e a livello mondiale – ha spiegato Luigi Cajazzo, Direttore Generale INT, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Nell’ambito dei tumori femminili siamo leader con un’offerta chirurgica e medica di elevato profilo e in costante miglioramento, grazie alla possibilità di avere, sotto lo stesso “tetto”, clinica e ricerca e di disporre delle terapie più innovative.
In particolare, la Ginecologia Oncologica si avvale di tecniche chirurgiche all’avanguardia messe a punto nel Centro stesso, con l’obiettivo di salvaguardare sempre di più la qualità di vita della donna. Inoltre, vista la natura complessa dei tumori ginecologici, è attiva una piattaforma informatica per le donne che desiderano un secondo parere, che ha la peculiarità di permettere la discussione del caso clinico a distanza, con paziente e specialisti a un tavolo virtuale. Per quanto riguarda, infine, la Senologia – conclude Cajazzo – è stato creato un nuovo percorso per accelerare la diagnosi in caso di sospetta neoplasia ed è stata rivista la composizione e l’intera organizzazione della Breast Unit, con l’aggiunta delle terapie complementari e con l’attiva partecipazione delle associazioni dei pazienti. Dal punto di vista tecnologico disponiamo di una innovativa apparecchiatura per la biopsia mammaria in guida stereotassica e siamo in procinto di rendere operativo un sistema aggiornato per biopsia in guida RM, tutti i sistemi che migliorano l’accertamento preoperatorio”.
“In un settore come quello oncologico – ha commentato il Rettore dell’Università degli Studi di Milano, Gianluca Vago: i progressi nella ricerca e nella cura rendono indispensabile l’aggregazione di gruppi di ricerca specialistici e la possibilità di verificare, su casistiche più ampie, i risultati clinici che derivano dall’uso di nuovi strumenti di diagnosi e delle più innovative strategie di cura. Consideriamo questo accordo in particolare sintonia con il lavoro che stiamo svolgendo in Statale, sostenendo attivamente la necessità di mettere a sistema intelligenze, competenze e strutture anche a supporto di una nuova cultura della cura che metta davvero la donna malata, considerata nella totalità e complessità della sua personalità e del suo mondo, al centro del percorso di recupero.”
“Negli ultimi dieci anni – ha spiegato Daniele Generali – i casi di tumore nel mondo sono aumentati del 33%. Un trend in continua crescita, dovuto anche al costante invecchiamento della popolazione. Il cancro resta la seconda causa di morte nel mondo dopo le malattie cardiovascolari. Nel nostro Paese l’incidenza dei tumori femminili è in aumento e il tumore più comune resta quello al seno che, solo nel 2015, ha colpito 2,4 milioni di donne. Mentre nel 2016 sono stati registrati 50.000 nuovi casi di tumore della mammella. Nonostante ciò è possibile rilevare un dato confortante. Grazie a prevenzione, diagnosi sempre più precoci e precise; grazie alla ricerca (che ha portato a cure sempre più efficaci) la sopravvivenza delle donne colpite da tumore è aumentata e in Italia è più elevata rispetto al resto d’Europa.”
“In tale contesto si posiziona l’accordo tra ASST di Cremona e INT di Milano che – con il supporto delle Università – puntano a prevenzione, diagnosi e cura associata alla ricerca per i tumori femminili. La presenza di percorsi certificati per la donna (EUSOMA), l’esperienza accumulata negli anni, le nuove tecnologie, la ricerca sui nuovi farmaci verranno condivise e messe a disposizione delle donne – conclude Generali – che troveranno nei due centri (Cremona e Milano) i punti di riferimento per un percorso assistenziale preciso e dedicato.
Possiamo parlare di una vera presa in carico globale della donna, al fine di incidere in modo significativo sul benessere della sua persona, in pieno accordo con la Riforma Sanitaria di Regione Lombardia (Legge 23/2015). Il prendersi cura della salute è importante non soltanto per sé stessi, ma anche per coloro che ci circondano; dalla salute della donna spesso dipende l’organizzazione della famiglia e quindi della società. Per questo servono punti di riferimento solidi per la corretta gestione delle patologie oncologiche connesse al genere femminile.”
L’AREA DONNA dell’ASST di Cremona è un luogo unico che riunisce i servizi coinvolti nella prevenzione, diagnosi e cura della patologia mammaria e ginecologica. Si trova al 4° piano dell’Ospedale di Cremona dove le donne trovano gli specialisti e i servizi utili alla presa in cura attraverso un approccio multidisciplinare.
L’organizzazione dell’iter diagnostico e terapeutico prevede, infatti, un percorso unico e predefinito indipendentemente dalle modalità di accesso della donna alla struttura, che è dotata di un CUP dedicato. Questo per facilitare la prenotazione di tutte le prestazioni necessarie.
Il percorso unico può essere riassunto in quattro passaggi essenziali: prevenzione e diagnosi (informazione, educazione sanitaria, visita specialistica, mammografia, ecografia, esami cito-istologici, ecc); approccio terapeutico (interventi mini-invasivi, chirurgia demolitiva, plastica ricostruttiva), riabilitazione psico-fisica– sociale e successivi controlli.
Certificazione EUSOMA. L’Unità Operativa Multidisciplinare di Patologia Mammaria e Ricerca Traslazionale dell’ASST di Cremona – Diretta dal Prof. Daniele Generali – ha ottenuto la certificazione europea EUSOMA (European Society of Breast Cancer Specialist), con tale requisito si conferma punto di riferimento per la diagnosi e il trattamento del tumore alla mammella. Un riconoscimento importante che contraddistingue le strutture senologiche di eccellenza: in Italia – fra pubblico e privato – sono solo 16.