Cronaca

Migliora il mercato del lavoro in Provincia, presidente Viola: 'Ci sono ancora aspetti critici'

“In generale, il mercato del lavoro cremonese, nel 2017 rispetto al 2016, ha mostrato segni di miglioramento evidenziati sia dalla rilevazione Istat, che dalle Comunicazioni Obbligatorie (Cob)”. Questa la dichiarazione del presidente della Provincia di Cremona, Davide Viola, nel commentarel’indagine statistica dell’ente sul mercato del lavoro, secondo cui ” Il tasso di occupazione complessivo è in aumento, mentre è in diminuzione il tasso di disoccupazione passato dal 7,43 al 6,25%”.

Il Presidente Viola ha aggiunto che: “se dal punto di vista quantitativo i dati sono positivi, dal punto di vista qualitativo ci sono ancora aspetti critici legati all’aumento dei contratti a termine e dei contratti riferiti a lavori che richiedono skills medio-basse e una riduzione, invece, dei contratti per lavori che richiedono high skills. La criticità di questi aspetti sta nel fatto che possono essere rivelatori di elementi di debolezza del nostro sistema produttivo che sarebbe meglio portare alla luce e approfondire”.

Dai dati emerge un quadro complesso, ma con risvolti positivi. Le comunicazioni obbligatorie (vale a dire, le comunicazioni che ogni datore di lavoro deve obbligatoriamente trasmettere ai Centri per l’impiego della Provincia ogni volta che si stipula, trasforma, proroga, oppure si chiude un contratto di lavoro) sono state complessivamente 105.022 di cui il 60% relative a nuovi contratti stipulati (o prorogati) e il rimanente 40% relativo a contratti conclusi.

Le “comunicazioni positive” sono in aumento, rispetto al 2016, di circa l’11% e i lavoratori titolari di comunicazioni sono aumentati del 16%. Si ricorda che non vi è corrispondenza tra “comunicazioni” e persone in quanto ogni persona può, nel periodo considerato, essere titolare di uno o più comunicazioni.

Considerando le “comunicazioni positive” e il genere, risulta che, nel 2017, il 51% ha riguardato uomini e il 49% donne. Sono in aumento, rispetto al 2016, le “comunicazioni positive” sia per gli uomini (+ 15% circa) che per le donne (+ 7%). Considerando, invece, le “comunicazioni” e la cittadinanza, emerge che, nel 2017, le comunicazioni positive erano per il 75% relative ad italiani e per il rimanente 25% a stranieri; in aumento sia quelle relative agli stranieri (32%) che quelle relativi agli italiani (27%).

Mettendo, invece, in relazione “le comunicazioni positive” e i settori economici, i Servizi hanno dato luogo, nel 2017, al numero maggiore di “comunicazioni”: circa il 64%% del totale (in crescita del 16% rispetto al 2016), seguono l’Industria con circa il 23,7% del totale (in calo del 2,7% rispetto al 2016), l’Agricoltura con circa l’8% (in aumento del 6,6% rispetto al 2016) e le Costruzioni con circa il 4,6% (in aumento del 23,3% rispetto al 2016). L’Industria è l’unico settore in cui, nel 2017, le comunicazioni “positive” sono diminuite rispetto al 2016, mentre gli altri settori presentano dati, pur in diversa misura, positivi.

Un aspetto importante che emerge dall’analisi delle COB è quello relativo alle tipologie contrattua li utilizzate nel mercato del lavoro cremonese. Gli “le comunicazioni positive” del 2017 si sono suddivise tra le seguenti tipologie contrattuali: contratti a tempo determinato 63% circa (+27% circa rispetto al 2016); contratti di somministrazione 16% circa (-16% circa rispetto al 2016); contratti a tempo indeterminato 15% circa (-11% circa rispetto al 2016); il rimanente 3% circa delle comunicazioni si è suddiviso tra apprendistato (2 % circa, con un aumento del 18% rispetto al 2016), lavori socialmente utili (0,03%, con un calo del 17% circa rispetto al 2016) e lavori a progetto (1 % circa, con un lieve incremento rispetto al 2016).

Incrociando i Settori e le tipologie contrattuali più importanti (tempo determinato, indeterminato e somministrazione), emerge il quadro seguente. Nei Servizi il contratto più utilizzato nel 2017 è stato quello a tempo determinato (67%, + 7% circa rispetto al 2016), seguono il tempo indeterminato (15,5%, – 6%) e le somministrazioni (9,7%, -1,8% circa). Nell’Industria il contratto più frequente è stato quello a tempo determinato (41%, +8,5% rispetto al 2016), seguono le somministrazioni (37%, -10%) e il contratto a tempo indeterminato (14,5%, -0,1%).

Per quanto riguarda l’Agricoltura dai dati emerge che il contratto più frequente è stato quello a tempo determinato per il 93% dei casi (valore sostanzialmente simile a quello del 2016). Nelle Costruzioni il contratto più utilizzato è stato quello a tempo determinato (62%, + 5% sul 2016), il contratto a tempo indeterminato (23%, -3%) e il contratto di somministrazione (8%, -2,6%).

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