Economia

Fimaa Confcommercio, bene l'incontro su acquisti di immobili da donazioni

Le donazioni rappresentano una fetta significativa degli scambi immobiliari. Nelle analisi dell’Istat sono circa centocinquantamila ogni anno (cioè il 20% del totale). Questa “usanza” tipicamente italiana, innesta una serie di problematiche di non poco conto per chi si trova a dover alienare un immobile ricevuto con questa modalità. Proprio al tema di queste “compravendite” Fimaa, il gruppo di Confcommercio Cremona che riunisce gli agenti immobiliari, ha dedicato un momento formativo.

All’incontro, svoltosi a Palazzo Vidoni, hanno partecipato numerosi professionisti del settore, intervenuti per ascoltare le relazioni del notaio Augusto Henzel, di Calogero Caponnetto, responsabile Area nord/ovest di Alliance Bank e del presidente di Ascomfidi Federico Corrà. Relazioni introdotte dai saluti di Vittorio Principe, presidente provinciale Confcommercio e Giovanbattista Guarischi che guida il gruppo Fimaa Confcommercio. “Guardiamo con grande attenzione al mondo dei professionisti – ha introdotto Principe – e, come Confcommercio, cerchiamo di offrire servizi adatti alle loro esigenze. La formazione continua è importantissima per offrire servizi di qualità. Ed è particolarmente importante per il vostro settore, chiamato a confrontarsi con normative in continua evoluzione”.

Sull’importanza di momenti formativi si è soffermato anche Guarischi. “La diffusione della donazione ha ripercussioni anche sul mercato immobiliare per i rischi inerenti agli acquisti di immobili di provenienza donativa – spiega –. Il nostro obiettivo è proprio quello, attraverso i professionisti del Gruppo, di garantire la massima sicurezza a chi compra o cede un immobile. Rivolgersi ad operatori specializzati, come i nostri agenti, significa tutelarsi da ogni rischio”. E i problemi, nel caso di una donazione, possono essere di non facile soluzione. “Il nostro ordinamento – ha confermato il notaio Henzel – riserva ai legittimari (coniuge, figli e ascendenti del defunto) una quota di eredità (cosiddetta “legittima”) della quale non possono essere privati per volontà del defunto, sia che venga espressa in un testamento o eseguita in vita tramite donazioni. Un soggetto legittimario può far valere i propri diritti mediante l’utilizzo di un’azione giudiziaria per ottenere la “restituzione” del bene. Questa rivendicazione ha carattere retroattivo non solo tra le parti ma anche nei confronti dei terzi. E dunque il rischio di restituzione ha una durata temporale che può arrivare, in alcuni casi, fino ai vent’anni”.

“Per queste ragioni spesso le compravendite di beni immobili di origine donativa non possono essere concluse – conferma Guarischi – proprio perché l’origine del bene viene considerata un elemento di rischio troppo elevato. Una criticità percepita anche dagli istituti di credito, che in non pochi casi, non concedono finanziamenti”. Non mancano strumenti che consentono, all’acquirente, di tutelarsi. “Ci sono polizze – ha illustrato Caponnetto – che mettono al sicuro il terzo acquirente o l’istituto di credito contro il pregiudizio patito a seguito della promozione di una fondata azione di restituzione da parte di un terzo legittimario danneggiato dall’atto di donazione”. ?E di polizze che offrono garanzie si è parlato anche con Ascomfidi che ha recentemente istituito, in compagnia con una importante realtà del settore, un progetto per offrire garanzie sulle “fidejussioni sugli affitti”, con l’obiettivo di calmierare una delle voci più importanti nella gestione delle aziende. “E’ un progetto – ha concluso Corrà – che auspichiamo trovi larga applicazione. Per avere successo serve anche la collaborazione degli agenti immobiliari, proprio perché sono la figura di congiunzione tra proprietario e locatario”.

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