Morto per amianto, le figlie di Ottorino Cervi: 'Abbiamo lottato per avere giustizia'
“Abbiamo lottato per avere dignità e giustizia, non potevamo accettare che ci fosse una sentenza assolutoria del Comune di Cremona”. Così hanno commentato i familiari di Ottorino Cervi, l’operaio dell’ex Centrale del latte morto per mesotelioma da esposizione di amianto in merito alla sentenza della Corte d’appello di Brescia che ha condannato il Comune a risarcire le due figlie Oriana e Laura. “Vogliamo ringraziare i nostri legali che ci hanno assistiti con dedizione e passione per ribaltare l’iniqua sentenza di primo grado”. L’amministrazione è stata condannata a risarcire una somma di 165.000 euro a testa per le due figlie di Cervi. Si tratta della prima sentenza che a Cremona riconosce la morte per amianto. Nella nota dell’ufficio stampa dell’Osservatorio nazionale Amianto, si ricorda che “sono state accolte le istanze degli avvocati Ezio Bonanni e Marco Gamba che avevano contestato fortemente le tesi del consulente Antonia Locatelli, poste a fondamento della decisione, perché del tutto errate”. “Per fortuna la Corte di appello di Brescia ha reso giustizia a questo sventurato lavoratore venuto a mancare in seguito a mesotelioma riconducibile all’esposizione lavorativa ad amianto”, ha commentato soddisfatto Ezio Bonanni, presidente Osservatorio nazionale Amianto e componente del collegio legale che ha assistito in sede di appello i familiari del deceduto.
S.P.