Cronaca

Assediati dalla puzza, ma l'esposto è 'inutile': la stalla è preesistente alle case

Non ce la facevano più a sentire quegli odori molesti e fastidiosi provenire dal vicino allevamento di bovini. Lamentele, quelle dei residenti di via Tadini a Bagnolo Cremasco, racchiuse in un esposto presentato in procura da uno degli abitanti su una situazione di degrado riscontrabile presso l’allevamento di via Marconi, distante solo 10 metri dalle abitazioni di via Tadini. La procura di Cremona ha quindi messo in campo l’Arpa che ha appurato che quella zona è inquadrata nel Piano di governo del territorio del 2010 e che l’allevamento di bovini era già esistente al momento dell’approvazione del Piano stesso.

Gli accertamenti svolti hanno permesso di verificare che le abitazioni confinanti con l’allevamento sono il frutto di una lottizzazione stipulata il 4 giugno del 2009 tra l’allora sindaco di Bagnolo Cremasco e gli assegnatari dei lotti. All’epoca il sindaco Carlo Peretti aveva deciso autonomamente di proseguire alla vendita dei lotti, aderendo alla richiesta degli acquirenti. Tutto ciò, nonostante il parere contrario arrivato dall’Asl il 6 ottobre del 2009, secondo cui si poteva procedere con la lottizzazione solo dopo la dismissione dell’allevamento, oppure a condizione che fossero rispettate le distanze previste dal regolamento d’igiene. Nella lottizzazione stipulata tra il sindaco e gli acquirenti c’era l’ok alla vendita, a condizione che, nel caso di costruzioni edilizie e nel caso fosse stata ancora esistente la stalla, gli acquirenti avrebbero dovuto adottare soluzioni tecniche di mitigazione da concordare con il Comune, tali da contenere e ridurre l’insorgenza di inconvenienti igienico sanitari.

Dubbi sulla legittimità della condotta dell’amministrazione?. La procura non lo ha escluso, ma si parla di fatti risalenti al 2009, e quindi ampiamente prescritti. Mentre per quanto riguarda le condizioni attuali dell’allevamento, Arpa non ha rilevato criticità dal punto di vista penale, ma solo qualche violazione amministrativa. Alla luce degli accertamenti svolti, il pm Ilaria Prette ha chiesto al gip di archiviare il procedimento. Resta dunque senza soluzione la difficile convivenza tra gli abitanti di via Tadini e l’allevamento di via Marconi, che evidentemente produce immissioni moleste e fastidiose. Erano stati a suo tempo gli acquirenti a chiedere ed ottenere la revoca al parere dell’Asl e quindi ad avere la possibilità, consapevolmente, di costruire degli immobili residenziali senza rispettare le distanze prescritte dal regolamento d’igiene. Nessuna censura, infatti, quantomeno a livello penale, può essere mossa nei confronti del preesistente allevamento di bovini.

Sara Pizzorni

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