Ambiente

Lotta allo smog: impianti a biomasse e caminetti sotto la lente: 600 controlli previsti

Sono 1600 i controlli che il Comune di Cremona programma di effettuare sugli impianti termici per uso civile, nella prossima stagione autunno inverno, quando i termosifoni accesi riporteranno d’attualità il tema delle polveri sottili. Occhi puntati soprattutto sugli impianti a biomasse legnose, il che significa caminetti a legna e stufe a pellet che negli ultimi anni hanno visto un vero boom anche nelle case cremonesi. Circa 600 i controlli ipotizzati su questo tipo di impianti, che sono sotto la lente del Comune da alcuni anni:  su input dell’Arpa regionale verranno infatti intensificati i controlli partiti in via sperimentale negli anni scorsi, che  hanno già consentito di identificare circa 200 impianti domestici non a norma con le emissioni e il rendimento energetico (in genere si tratta di impianti vecchi) e per i quali è stato disposto il divieto di utilizzo. Stufe a pellet e caminetti sono tra i principali responsabili dell’aumento delle pm10 primarie, le polveri più grossolane. Con una determina di alcuni giorni fa, il Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune ha dato attuazione a quanto prevede la normativa regionale, individuando i tecnici abilitati a controllare gli impianti domestici. Si tratta di sei operatori, certificati dall’Enea, già selezionati nel 2016, con cui verranno sottoscritti i singoli contratti, per una spesa complessiva di circa 28mila euro. Prima della stagione invernale partirà una capillare campagna informativa sul corretto utilizzo delle stufe a legna, che affronterà anche il tema dei materiali che vengono bruciati: questi impianti non sono inceneritori, bisogna utilizzare solo legna e non giornali o mobili, ad esempio) e la presenza di fumo acre e nero dal camino indica una combustione non corretta e inquinante. C’è poi il grosso capitolo dei pellet che spesso sono di pessima qualità (viene raccomandato quello di classe A1, secondo la  norma Uni Iso).

Secondo Arpa Lombardia, circa il 40% delle emissioni di PM10 deriva dal comparto del riscaldamento domestico. Di questo contributo, la gran parte (più del 98%) è stimata provenire dalla combustione della legna in piccoli apparecchi.
Nei mesi invernali il contributo della legna bruciata in ambito domestico contribuisce in modo importante alle emissioni di polveri a livello regionale. La parte più rilevante delle emissioni derivate dall’uso della legna è da attribuire ai piccoli impianti domestici: ai caminetti aperti, caratterizzati da basse rese energetiche (e il cui utilizzo è spesso legato a ragioni estetiche e ricreative) e alle stufe tradizionali, molto spesso poco efficienti. Contribuiscono alle emissioni, seppure in misura minore anche le stufe a pellet e a ciocchi di più recente fabbricazione. g.biagi

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