La 'guerra' delle cocorite, i vicini: 'Sopportiamo da anni, il Comune non ci ha aiutato'

“Sono anni che continuiamo a sopportare odori nauseabondi e rumori assordanti. Non ne possiamo più. Ci spiace, ma siamo stati costretti a farci tutelare”. A parlare, davanti al giudice, è stato Luciano Ghidini, che insieme alla moglie e al figlio si è detto “obbligato a ricorrere in tribunale perchè nessuno è riuscito a risolvere questa situazione”. Nel processo, la famiglia Ghidini, residente in via Giovanni Falcone a Malagnino, è parte civile attraverso l’avvocato Massimiliano Cortellazzi contro i vicini, Rudi Casella ed Elisa Guarneri, accusati di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. A difenderli c’è l’avvocato Roberto Guareschi. Da quasi cinque anni gli imputati hanno messo in piedi nel garage di una villetta bifamiliare confinante con l’abitazione dei Ghidini un allevamento di quasi 200 volatili, tra cocorite, pappagalli e canarini. Risultato: cinguettii già dalle cinque del mattino, odore, sporco, una situazione che ha costretto i vicini di casa a non dormire più, a chiudere sempre le finestre, a non andare in giardino, a non poter nemmeno più invitare gli amici a casa. “Le stanze più esposte”, ha spiegato Ghidini, “sono le camere da letto. “Per noi il riposo è impossibile. Abbiamo anche cercato di vendere la casa, ma non ci siamo riusciti per via di questo problema, non sappiamo più cosa fare. La mia famiglia è molto provata. Gli amici che invitavamo a casa ridevano e ci chiedevano se fossimo in una giungla. C’erano odori inimmaginabili, soprattutto con il caldo”.
“L’odore e i rumori”, ha aggiunto Ghidini, “sono accompagnati dalla musica di una stazione radio che arriva dall’interno del garage, evidentemente messa per far compagnia alle cocorite. Le gabbie, poi, le portavano anche fuori nella parte retrostante del giardino. Gli odori e lo sporco arrivavano anche nella nostra proprietà, in quanto i vicini avevano uno scarico, in seguito chiuso dalle forze dell’ordine, che aspirava dall’interno del garage e scaricava nel nostro ingresso piume, escrementi, materiale bianco. Ora il tubo è stato spostato e scarica in alto sul loro tetto gas e polveri. “Oggi la situazione è in parte migliorata”, ha detto ancora Ghidini, “ma c’è ancora un residuo di odore”. “Mi spiace essere qui”, ha voluto puntualizzare. “Ho cercato anche conforto nel Comune, ma non c’è stato nulla da fare. Io non ce l’ho con i nostri vicini, vorrei solo che spostassero l’allevamento”.
“Impossibile il riposo durante la giornata per i forti cinguettii”, ha aggiunto a sua volta la moglie Elisabetta, lei con un lavoro in un negozio, mentre il marito impiegato. “Dalla mattina presto a tutto il giorno. D’estate, poi, è impossibile tenere le finestre aperte”.
Gli imputati, però, non ci stanno a passare per molestatori di vicini. Rudi Casella si difenderà nella prossima udienza, già fissata per il 14 febbraio, data in cui è prevista anche la sentenza. “Il nostro”, aveva spiegato a suo tempo il proprietario delle cocorite inglesi, “è un allevamento amatoriale sportivo. Alleviamo per fare mostre, concorsi di bellezza. Faccio concorsi e scambio gli esemplari con altri allevatori o appassionati”. “Sì”, aveva ammesso, “ho circa 200 cocorite, ma è tutto assolutamente in regola, così come è stato verificato più volte, anche su visite a sorpresa, dai carabinieri della Forestale, dal servizio di igiene pubblica e dai veterinari. E’ stata riscontrata una buona alimentazione e un impianto di areazione in regola. Non c’è sporco, non c’è odore, e non è vero che i miei uccelli cominciano a cantare dalle 5 della mattina. Ci avvaliamo apposta di una luce artificiale che si accende in maniera soffice dalle 7,30 della mattina fino alle 8, e poi parte la luce del giorno fino alle 20,30”.
Oggi in udienza è stata sentita anche la testimonianza di Gian Angelo Dal Bianco, ex luogotenente dei carabinieri della Forestale. Il 21 settembre del 2017 alle 8,15, Dal Bianco aveva partecipato ad un’ispezione a sorpresa in casa di Casella. “La basculante era chiusa”, ha ricordato il testimone, “e noi siamo entrati dal retro. Solo all’interno del garage il rumore era rilevante”. Dal Bianco aveva visto il sistema di illuminazione che prevedeva lo spegnimento automatico delle luci. “La musica”, ha riferito il teste, “partiva dopo le 10/10,30. C’era un timer. C’era anche un sistema di ricircolo dell’aria che il tecnico dell’Asl aveva ritenuto non corretto”.
Infine è stata chiamata a testimoniare Cinzia Robotti, medico veterinario dell’Ats Valpadana. Anche lei aveva partecipato all’ispezione. Il suo compito era quello di accertarsi sul benessere dei volatili. E su questo fronte non era stato riscontrato nulla di anomalo. “L’allevamento era in ordine”, ha riferito la veterinaria, “e le condizioni igieniche erano buone. Nella cucina non ho percepito rumori, mentre nel garage si sentivano. Di odori non ne ho sentiti”.
Sara Pizzorni
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