Cronaca

'Molte attività non riapriranno. Stop a tassa rifiuti, Cosap, plateatico'

Confcommercio e Confesercenti, con una nota congiunta, hanno chiesto a tutti i sindaci della provincia di Cremona interventi concreti per quanto riguarda la fiscalità locale. In particolare ribadiscono la necessità di prorogare, al 2021, tutte le scadenze per il pagamento dei tributi di quest’anno. Sottolineano anche l’urgenza di procedere con l’azzeramento di quanto si sarebbe dovuto versare nei primi sei mesi del 2020.

Per la fase post emergenziale, invece, serve una rimodulazione degli importi, al fine di agevolare le imprese nel riavvio della regolare attività e per consentire quindi una più agevole ripartenza.

“Le aziende che rappresentiamo – si legge nel documento – stanno pagando oggi un prezzo altissimo, e versano in una condizione di crisi estremamente grave. È concreto rischio che buona parte di queste non riescano a ripartire al termine dell’emergenza. Le misure economiche devono essere all’altezza del danno subìto a causa della chiusura determinata dalla volontà di bloccare la diffusione del coronavirus.”

“Le nostre Associazioni con responsabilità – si legge nel documento – hanno condiviso, malgrado tutto, l’adozione dei provvedimenti restrittivi, in quanto unica soluzione utile a limitare drasticamente le possibilità di contagio tra la popolazione”. ?Ma, ora che, per quanto attiene la situazione sanitaria, sembrano avvertirsi i primi segnali positivi, occorre porre attenzione anche al tema dell’economia e prepararsi ad una ripartenza.?“Purtroppo allo stato attuale – lamentano le Associazioni del terziario – non abbiamo notizia di provvedimenti statali che intervengano, dando sostegno alle imprese sul tema dei versamenti relativi ai principali tributi e imposte locali: canone occupazione del suolo pubblico, tariffa rifiuti, imposta comunale sulla pubblicità”.

“Questo documento – commenta Vittorio Principe, presidente di Confcommercio Cremona – dà voce al grido di allarme proveniente da quelle imprese che rischiano di non poter più aprire le loro saracinesche se non troveranno nelle istituzioni il supporto necessario per riavviare la propria attività non appena questo sarà possibile”.

“Stiamo entrando nella fase due – commenta Agostino Boschiroli, presidente di Confesercenti Cremona- la più drammatica dopo la sanitaria, la fase del crollo economico. Se ancora non è chiaro urgono subito sostegni concreti alle nostre piccole aziende se non si vuole precludere una ripartenza immediata, necessaria per la tenuta sociale”.

“Si tratta di un principio di equità – conferma Paolo Regina, segretario generale di Confcommercio Cremona – che senso ha pagare la tassa sui rifiuti quanto non li si produce? Spostare semplicemente le scadenze sembra quasi una beffa che si unisce al danno. Le misure che chiediamo sono dettate, semplicemente, dal buonsenso.”

“La situazione economica – conferma Giorgio Bonoli, direttore di Confesercenti Cremona – che consegue da questa emergenza è drammatica. Per tante attività la ripartenza sarà durissima col grande timore per quelle Pmi che addirittura metteranno in forse la prosecuzione della propria attività. E’ fondamentale che il sostegno alla piccola e media impresa provenga dallo Stato centrale, dalle Regioni e dalle Amministrazioni locali”.

“Se l’emergenza è stata straordinaria – continua Principe – allora servono interventi di uguale portata per rilanciare l’economia. Dobbiamo essere consapevoli che questa è la prova più difficile da affrontare almeno dal secondo dopoguerra. Il nostro settore, poi, è stato forse quello più duramente e più lungamente colpito. Anche nella migliore delle ipotesi, se guardiamo al futuro non possiamo pensare che il ritorno alla normalità sarà lento e graduale. Se non riduciamo la pressione fiscale sulle imprese rischiamo, a fronte di introiti comunque ridotti, di schiacciarle del tutto anziché aiutarle a ripartire”. ?“Conveniamo – conclude Boschiroli- che il problema sanitario sia di primaria importanza in queste circostanze, e ringraziamo gli organi preposti per quanto hanno fatto per il Paese, ma se non si agisce immediatamente con importanti interventi economici ed adeguati al danno reale che ogni azienda ha subito, si correrà anche il rischio di un disastro sociale”.

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