Cronaca

Maschio Gaspardo interessato ad ulteriore ampliamento a Pozzaglio

Si torna a parlare del cambio di destinazione dell'area Maschio Gaspardo lungo la tangenziale. Il gruppo industriale veneto interessato a fare di Pozzaglio polo produttivo per esportazioni in Cina. Possibile acquisizione, oltre che dell'ex Vivibike anche di un'altra area limitrofa. Come compensazione per l'addio a Cremona, potrebbe esserci il rifacimento dei Giardini Pubblici.

L'ex Vivibike a Pozzaglio (foto Sessa)

Improvvisa accelerata per il trasferimento della Maschio-Gaspardo a Pozzaglio con conseguente liberazione di nuovi spazi commerciali sulla tangenziale della città. La società infatti, dopo aver acquistato dal fallimento lo stabilimento ex Vivibike, avrebbe chiuso per avere anche lo spazio ex Silago (Società italiana lavorazione gomma) sempre a Pozzaglio.

Nei progetti della Maschio Gaspardo ci sarebbe infatti la realizzazione di uno stabilimento tutto nuovo che possa sfruttare al meglio lo sviluppo in profondità della linea di produzione per macchine agricole per la lavorazione del terreno, la semina, le colture, la fienagione e la manutenzione del verde.  La multinazionale di Campodarsego (1900 dipendenti su più sedi), come ha comunicato anche ai sindacati, intende investire e fare del punto di produzione cremonese un centro per l’esportazione delle macchine, soprattutto verso la Cina.

Cosa ne sarà dell’enorme area ex Feraboli lungo la tangenziale? Ottenute le garanzie occupazionali, il Comune sarebbe d’accordo sulla destinazione commerciale dell’area tra via Bergamo ed ex Armaguerra con diversi gruppi interessati a collocarsi in zona (da Ikea a Obi) per dare continuità al destino di centro della Grande distribuzione lungo la tangenziale: dopo il Cremona Po, il centro Lidl nell’Armaguerra, Obi o Ikea nella Maschio-Gaspardo e poco più in là il centro commerciale dei Navigli con Rossetto, Globo, Md ecc. Una delle possibili compensazioni potrebbe essere il rifacimento dei Giardini Pubblici, ma nulla è stato scritto nero su bianco anche perchè una condizione essenziale al cambio di destinazione d’uso dell’area (che il Comune non ha ancora concesso) è che venga escluso in modo assoluto l’insediamento di merceologie già presenti in centro storico oltre alla rivendita di prodotti alimentari.

Foto Francesco Sessa

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