Carabinieri, sigilli ai depositi delle auto rubate: sequestrati oltre mille pezzi
Maxi sequestro da parte dei Carabinieri di Cremona, che nei giorni scorsi hanno perquisito e messo i sigilli a due depositi di auto rubate tra il Cremonese e il Bresciano, al termine di un’articolata attività di indagine da parte del Nucleo Operativo e Radiomobile. L’ordine è arrivato dalla Procura della Repubblica di Cremona, a firma del pm Francesco Messina, che il 12 giugno scorso ha emesso un decreto di perquisizione a carico di due obiettivi individuati in Robecco d’Oglio e Pontevico.
Qui i militari hanno rinvenuto e sequestrato due autovetture di grossa cilindrata, provento di furti perpetrati nella provincia di Brescia, un centinaio di motori di autovetture di alta gamma (Audi, Volkswagen, Mercedes, Bmw) nonché decine di altri motori di autovetture di varie marchi, cambi motore, centraline, contachilometri, frontalini, pneumatici comprensivi di cerchi, paraurti, cruscotti, sportelli, cofani, componentistica varia, targhe anteriori e posteriori, anche di nazionalità tedesca. Si tratta di un ingente sequestro, di oltre 1000 pezzi, per un valore complessivo stimato di circa 800.000 euro.
Oltre al sequestro sono stati denunciati a piede libero, per il reato di ricettazione in concorso, i componenti della banda: P. T., cremonese, di 62 anni, R. T., bresciano, di 52 anni, A. T., cremonese, di 25 anni, C. D., cremonese, di 53 anni, M. G., comasco, di 45 anni.
L’operazione è scaturita da alcuni sequestri compiuti nel mese di gennaio. In particolare, a Gadesco Pieve Delmona, all’interno di un’autodemolizione, era stata sequestrata una Fiat Panda, risultata provento di un furto avvenuto in Castel Mella (Brescia) il 16 gennaio, di proprietà di un 50enne residente a Brescia. A Robecco d’Oglio, inoltre, i militari avevano rinvenuto, all’interno di un capannone, un furgone Peugeot Boxer contenente attrezzatura tecnica di grande valore, provento di un furto commesso a Piacenza il 13 gennaio ai danni un artigiano 58enne piacentino.
Il prosieguo dell’attività investigativa ha permesso di individuare i due depositi, di cui uno all’interno di un’azienda in disuso, utilizzati per occultare autoveicoli compendio di furto, destinati alla “cannibalizzazione” per ricavarne profitti attraverso la vendita di ricambi.
“L’ingente sequestro, per numero e tipologia del materiale rinvenuto, sicuramente uno dei più importanti degli ultimi anni, per il settore dei traffici illeciti delle automobili rubate, ha rivelato quello che potrebbe essere un grosso giro di affari che interessa tutto il nord Italia, considerato che sono stati avviati accertamenti per risalire alla provenienza di tutti i compenenti, a cui gli indagati, tutti specialisti del settore, hanno alterato o eliminato i numeri seriali o identificativi per impedire la loro tracciabilità” fanno sapere dal comando dei Carabinieri.