Tra smart working e rotazione, Ruggeri: 'Ecco come il Comune ha affrontato l'emergenza'
Sono 170 i dipendenti comunali in smart working (dato a fine giugno), contro gli oltre 400 che hanno lavorato con questa formula tra marzo e aprile. Tra questi sono compresi 108 maestri di asili nido e scuole per l’infanzia, che hanno continuato a svolgere attività di formazione a distanza e di relazione con le famiglie, pur nell’interruzione dell’attività scolastica. Questi i dati forniti dall’assessore Maura Ruggeri in risposta a un’interrogazione del consigliere comunale Alessandro Zagni (Lega).
“La presenza è stata limitata alle prestazioni legate a servizi essenziali o indifferibili” si legge nella risposta. “L’organizzazione dell’attività in presenza ha fatto riferimento a dei criteri, come il ricorso a meccanismi di rotazione, il ricevimento del pubblico in modo da evitare assembramenti, la frequente areazione dei locali”. E’ stata altresì garantita “un’adeguata disinfezione di tutti gli ambienti”. Superata la fase di emergenza, si è avviato un graduale ritorno al lavoro in presenza.
Questo non significa che lo smart working sia terminato: come spiega l’assessore, “sono allo studio valutazioni sulla gestione dello smart working per le prossime mensilità. In quesi mesi l’ente ha acquistato supporti per le videoconferenze, dotato i dipendenti di nuovi strumenti informatici, per riuscire a lavorare in remoto.
Infine, sono stati acquistati tutti i dispositivi di protezione necessari, quali guanti, mascherine, camici, tute protettive, gel disinfettanti.