Ristoranti, le nuove regole per le feste fanno sperare operatori. Ma serve zona gialla
I ristoratori attendono il passaggio in zona gialla prima di guardare con un po’ più di ottimismo a questo finale d’anno. La bozza del Dpcm Natale, parla infatti di riapertura anche per il pranzo nei giorni di Natale, Santo Stefano e per il primo dell’anno. Situazione che gli operatori sperano che si concretizzi al più presto perchè questo darebbe loro modo di aprire i battenti al pubblico seppure con il limite orario dalle 5 alle 18, quindi perdendo la clientela serale. “Sarebbe già un grande risultato, fatto salvo per chi ha un lavoro prettamente serale, poter lavorare a mezzogiorno”, spiega Lina Cerri, titolare della trattoria di piazza Giovanni XXIII e bandiera della categoria nelle manifestazioni di piazza di qualche giorno fa.
L’importante, continua “è che non ce lo dicano dalla sera alla mattina perchè il nostro settore non consente di improvvisare: c’è l’acquisto delle materie prime, le lavorazioni, dobbiamo saperlo per tempo se poter aprire o no”. L’asporto per una trattoria come questa, non è mai stata una valida alternativa, quindi a maggior fiducia si guarda alla possibilità di recuperare un po’ degli introiti persi nelle festività di fine ano. “Abbiamo già prenotazioni, sono persone che prenotano da un anno all’altro. Ci sarà il problema di sistemare i gruppi più numerosi suddividendoli in tavoli da 4 o da 6 a seconda non siano dello stesso nucleo famigliare oppure sì; d esempio, ho un gruppo di 25 persone da sistemare. Ma in linea di massima la sala è abbastanza capiente da consentire le distanze anche senza diminuire di troppo i coperti questo vale anche per la maggioranza dei locali di Cremona, a differenza di quelli milanesi”.
“Chi apre una partita Iva sa benissimo che i rischi sono dietro l’angolo, che la possibilità di dover chiudere temporaneamente c’è e sa che in qualunque modo dovrà cavarsela da solo”, è il commento di Stefano Minchillo, giovane titolare del ristorante AlQuarto di piazza Libertà. Già durante il primo lockdown si era ingegnato con la cucina d’asporto, adesso, in questa seconda fase, lo ha replicato inventando la formula ‘cucin4ami’, ossia la vendita all’esterno dei prodotti, perlopiù di produttori locali, utilizzati nella propria cucina. Olio dalla Puglia, riso dal pavese, miele, biscotti, torroni di provenienza cremonese confezionati anche in box regalo: “Ci stiamo reinventando perchè il periodo ci costringe a farlo, ma la mia intenzione è quella di fare crescere questo servizio supplementare. Tutto cambia, non bisogna focalizzarsi solo su una cosa ma serve più versatilità nel nostro mestiere oltre a saper cogliere le opportunità”. Gli indennizzi statali sono qualcosa, ma non è su quelli che si può contare.
“Per il pranzo del 25 abbiamo già diverse prenotazioni, ma non voglio illudermi finchè non vedo nero su bianco le nuove disposizioni. Qui le cose cambiano da un giorno all’altro. Abbiamo sempre lavorato con pochi tavoli, quindi il distanziamento, quando riapriremo, non sarà un problema”.
Stando alla bozza del Dpcm Natale, i ristoranti lavoreranno a pranzo il giorno di Natale, Santo Stefano e primo e 6 gennaio. Resteranno invece chiusi quelli dentro gli alberghi la sera di Capodanno: chi vorrà potrà festeggiare l’anno nuovo in camera.
Giuliana Biagi