Crisi di Governo, tra i renziani cremonesi l'ex sindaco Garini 'Pd succube dei 5 Stelle'
Era l’inizio del 2017 e a sostenere Renzi, nella sfida per la segreteria del Pd contro Andrea Orlando, erano in molti anche a Cremona: l’attuale vicesindaco Andrea Virgilio in aggiunta ai già renziani Alessia Manfredini e Luca Burgazzi; e poi Roberto Poli e le consigliere comunali Lia a Beccara e Caterina Ruggeri.
Oggi il referente di Italia Viva a Cremona è l’ex sindaco democristiano Alfeo Garini: “C’è una campagna incredibile e oscena nei confronti di Italia Viva avvallata da social media e una parte della stampa che non risparmia insulti. La trovo una cosa ignobile. A parte questo, mi pare che IV, almeno per quanto riguarda i suoi senatori, è unita. Domani dovrebbe esserci un’astensione, come ha detto lo stesso Renzi, per non tagliare tutti i ponti con gli ex alleati e per approvare i vari provvedimenti su cui c’è condivisione. Personalmente non tollero il comportamento del Partito Democratico, che è allineato, se non sottomesso ai 5 Stelle. E’ questo il fatto secondo me fondamentale, che sta alla base del dissenso di IV nei confronti del Pd”.
Ma per trovare la voce ‘ufficiale’ dei renziani sul territorio bisogna spostarsi a Crema. Cremaschi sono i coordinatori provinciali Emanuele Paolo Bergamini, 22 anni e Linda Hazizaj.
“Mi ero iscritto al Pd nel 2019 – dice Bergamini, studente in Ingegneria delle automazioni al Politecnico – Come tanti giovani mi reputavo poco interessato alla politica, ma in Renzi ho visto la figura che più mi rappresentava. Poi ho partecipato all’iniziativa di Renzi e Rosato dei comitati di Azione Civile da cui è nata Italia Viva”. La scuola politica della Leopolda ha fatto il resto e ora Italia Viva in provincia può contare un centinaio tra iscritti e simpatizzanti. Inutile dire che i contatti sono stati rallentati dalla pandemia e di iniziative politiche pubbliche, dopo il battesimo di Italia Viva a Crema con Ivan Scalfarotto, non ce ne sono più state.
Di qualche giorno fa è il suo botta e risposta sulla crisi di governo con il sindaco di Crema Stefania Bonaldi e il consigliere regionale Dem Matteo Piloni, con un post su Facebook che sintetizza le ragioni di fondo delle critiche al governo giallo rosso: “Il Recovery Plan – scrive in risposta a Bonaldi – dovrebbe essere il piano che ci permetterà di affrontare la crisi e, secondo lei, in virtù della stabilità di governo, dovremmo accettare un impianto di stampo giustizialista sulla giustizia, un’allocazione insufficiente delle risorse sul turismo, l’inconsapevolezza del valore dell’economia sociale e la vaghezza con cui sono affrontati i temi della cybersicurezza e della riforma della PA?
Quando, oltretutto, nel piano pandemico si parla testualmente di fare una scelta tra le persone che hanno bisogno di cure se non dovessero esserci abbastanza risorse, secondo lei noi dovremmo essere d’accordo a non accedere ai fondi del MES per motivi ideologici? Bisogna quindi rifiutare di investire risorse immediatamente disponibili sulla sanità in piena pandemia?”.
Politico di lungo corso è invece Tiziano Guerini, già vicesindaco di Crema, vice presidente della Provincia ed ex presidente di Reindustria. “Ho condiviso la posizione di Italia Viva in quanto non si tratta di questione personalistica, ma legata a contenuti ben precisi: ad esempio la critica al Recovery Plan, la cui prima stesura era inguardabile.
Abbiamo dovuto battere i piedi per farlo modificare senza alcun riconoscimento di merito e nessuna ammissione di responsabilità. Mentre sul Mes non si capisce perchè si rifiuti un’occasione per finanziare la sanità nel bel mezzo di una pandemia mondiale.
E poi ci sono altre motivazioni, come la delega su servizi segreti. Ma di certo i nostri parlamentari voteranno su provvedimenti specifici come i ristori”.
A Roma i giochi sono ancora aperti, dopo il dibattito di oggi sulla fiducia a Montecitorio, domani sarà la volta del Senato per decidere le sorti del governo Conte-bis.
Giuliana Biagi