Tablet ai detenuti con gli scatti
de "Il Chiaroscuro del carcere”
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Il 7 novembre del 2019, nel teatro del carcere di via Cà del Ferro, era stata inaugurata la mostra “Il Chiaroscuro del carcere”, esposizione fotografica realizzata dall’avvocato milanese Alessandro Bastianello che racconta il percorso del detenuto. La mostra era stata organizzata dalla Camera Penale di Milano, dall’Associazione Nazionale Magistrati di Milano e dalla direzione del carcere di San Vittore, ed era arrivata a Cremona grazie alla Camera Penale di Cremona e Crema. Le fotografie erano poi state esposte nel tribunale di Cremona.
Tramite la vendita degli scatti, è stato possibile raccogliere fondi destinati a finanziare progetti della locale casa circondariale volti alla risocializzazione e al reinserimento dei detenuti nella società. Oggi la Camera Penale di Cremona e Crema, nella persona del suo presidente, l’avvocato Alessio Romanelli, insieme alle colleghe Laura Negri, segretario della Camera Penale, e Marilena Gigliotti, referente carcere per la sezione, ha consegnato al carcere sette tablet, richiesti in particolare per agevolare le videochiamate dei detenuti con difensori e famigliari. “Ringraziamo la direttrice Rossella Padula”, ha detto il presidente Romanelli, “che con impegno e dedizione ricopre il proprio ruolo e garantisce interlocuzione sempre costante e proficua, il commissario Pierluigi Parentera e la capo area trattamentale Vincenza Zichichi, importanti riferimenti nell’attività quotidiana”.
“Si tratta”, ha spiegato il presidente Romanelli, “di un piccolo, ma significativo segno di vicinanza al carcere per fare in modo che torni al centro dell’analisi della politica giudiziaria. Solo investendo sulla funzione rieducativa del carcere e sulle misure alternative ad esso si può migliorare la situazione sotto il profilo della recidiva”. Per quanto riguarda invece il tema della riforma della Giustizia, come era stato fatto anche nel 2017, alla direttrice del carcere è stata chiesta la possibilità di entrare all’interno della casa circondariale per raccogliere le firme dei detenuti.
Sara Pizzorni