Politica

Food Policy, Lega: "Linee guida
incoerenti e poco concrete"

Il consiglio comunale sugli Sgp

Anche la Lega di Cremona interviene sull’approvazione delle linee guida di Food Policy del Comune di Cremona 2021/2024, contestate ampiamente dall’opposizione. “Se le nostre azioni sono il nostro futuro, allora la Giunta comunale dovrebbe cambiare completamente rotta rispetto alle politiche per la città adottate da sette anni a questa parte” sottolineano, in una nota congiunta, il Commissario Provinciale Lega Cremona Fabio Grassani e il Referente cittadino Lega Cremona Mirco Poli.

“Il Sindaco parla di Cremona, al futuro, come modello di transizione ecologica quando l’attività amministrativa invece non persegue alcuni dei punti chiave programmatici degli #SDG 20/30. Parliamo per esempio dei progetti per l’ambiente finalizzati a favorire un utilizzo sostenibile di suolo e risorse in virtù di un equilibrio dei rapporti ambiente-sviluppo: tanto nel mandato precedente quanto nell’attuale, la Giunta ha avvallato lo sfruttamento di suolo per le concessioni alla costruzione di unità commerciali, a beneficio della grande distribuzione ma a discapito del verde urbano con conseguente disequilibrio dei rapporti ambiente-sviluppo.

Altro punto evidenziato, Cremona capitale del cibo nella sfida per nutrire il pianeta, in parte si riallaccia al discorso precedente. La produzione alimentare può aiutare l’ambiente e finire nella cucina del consumatore finale in modo più sostenibile non solo attraverso la coltivazione con prodotti naturali ma preoccupandosi del contesto intorno alla terra coltivata, il paesaggio, per un impatto il più basso possibile sul territorio. Non è sufficiente diffondere le buone prassi di consumo alimentare consapevole tra le generazioni future se poi il buon esempio non viene dato dalle istituzioni.

In merito agli stakeholder, si conferma la tendenza del capoluogo a lavorare in autonomia, senza un interessamento in itinere ma soltanto a lavori terminati, atteggiamento già vista anche in altri ambiti e in particolare nella sfera sociale. I comuni di cintura, per esempio, non sono stati coinvolti ancorché citati nel documento: temiamo sia così anche per altri portatori di interesse quali le realtà imprenditoriali e le associazioni di categoria, o la stessa ATS Val Padana, che non è neppure menzionata. Il messaggio secondo cui “siamo parte di un sistema: dobbiamo collaborare per creare un futuro migliore” viene costantemente disatteso.

La Food Policy, così come è stata approvata, rischia di rimanere un elenco di buone intenzioni che difficilmente si accompagneranno a una sua concreta applicazione, salvo qualche convegno per addetti ai lavori e qualche artistico gioco di luce sul Torrazzo”.

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