Cronaca

Giovane in coma, il tassista al pm:
"Ha aperto la porta e si è lanciato"

E’ stato interrogato questa mattina dal pm Francesco Messina, il tassista settantenne accusato di sequestro di persona e lesioni colpose gravissime per l’incidente accaduto verso le 3,30 della notte del 24 dicembre scorso in via Mantova, quando Luca, un giovane cremonese di 27 anni, era rimasto ferito gravemente dopo essere presumibilmente caduto dal taxi in corsa. Il ragazzo, ricoverato in ospedale in coma farmacologico, ora è a casa, ma le sue condizioni sono molto serie. Ci vorrà tempo prima che possa riprendersi. Il tassista, che non si era fermato subito a prestargli soccorso, si è difeso e ha raccontato la sua verità.

L’avvocato Bregalanti

“Una versione dei fatti che è stata ribadita in più occasioni e mai è stata cambiata”, ha spiegato il suo legale, l’avvocato Paolo Bregalanti, che ha premesso di essere molto addolorato per le condizioni del ragazzo. “Quando il mio cliente è venuto a sapere della gravità del quadro clinico, ne è rimasto sconvolto”.

Quella sera, dopo una serata trascorsa alla Chiave di Bacco, ristorante di piazza Marconi all’interno del Museo del Violino, Luca e le sue due amiche avevano deciso di chiamare un taxi per essere accompagnati all’albergo B&B di via Mantova. Sebbene il giovane avesse parcheggiato la macchina poco distante, non se l’era sentita di guidare. A cena avevano bevuto e ne erano coscienti. Le analisi tossicologiche , comunque, sono risultate negative. “L’impressione del mio cliente, però è che fossero brilli”, ha detto l’avvocato Bregalanti.

La discussione tra i ragazzi e il tassista era iniziata davanti al B&B, quando era arrivato il momento di pagare. Lui aveva chiesto 20 euro, mentre i ragazzi ne avevano solo 10. “Sul mezzo furgonato che guida da più di trent’anni, il mio assistito non aveva il pos per i pagamento con il bancomat”, ha spiegato il legale. “Non l’ha mai avuto”.

Secondo la versione del tassista, è andata così: “Tutti erano seduti dietro”, ha spiegato l’avvocato. “Le ragazze sono scese, mentre il giovane è rimasto a bordo perchè d’accordo con il tassista che avrebbero raggiunto un bancomat per il pagamento. Al momento della partenza, il portellone scorrevole di sinistra non era stato chiuso, nonostante il mio cliente avesse chiesto più volte ai ragazzi di farlo. Una volta partito, il tassista ha frenato, pensando che in questo modo la portiera si sarebbe chiusa da sola, ma non è stato così. A quel punto ha fermato il mezzo, è sceso, ha chiuso, ed è ripartito. Quel botto che le ragazze hanno sostenuto di aver sentito era presumibilmente la portiera che si chiudeva”.

“Mentre erano in auto”, ha continuato a spiegare il legale, “il ragazzo ha detto al mio cliente che la tessera del bancomat ce l’aveva in albergo, e così il mio assistito, spazientito, gli ha detto che lo avrebbe riportato in piazza Marconi dove lo aveva prelevato. Poi il ragazzo ha ricevuto la telefonata di una delle sue due amiche, dopodichè ha comunicato al tassista che si sarebbe buttato dal mezzo. ‘Ma sei scemo?’, gli ha risposto l’autista. Quando quest’ultimo si è girato, il ragazzo non c’era già più”.

“Il taxi”, ha continuato a spiegare l’avvocato, “aveva appena effettuato una manovra a gomito, e quindi andava pianissimo. Quando il mio cliente si è girato, il ragazzo era già fuori dal taxi. L’autista ha continuato a guidare per cinque minuti, certo che non fosse successo nulla, ma poi, per uno scrupolo di coscienza, ha deciso di tornare indietro. Voleva essere certo che il ragazzo fosse riuscito a rientrare in albergo. E’ stato allora che l’ha visto a terra a pancia in giù. Probabilmente nel momento di scendere non ha centrato il predellino del taxi ed è caduto”. “E’ stato lui a soccorrerlo”, ha concluso l’avvocato, “e visto che da solo non ce la faceva per la stazza del ragazzo, si è fatto aiutare da un altro giovane che passava e che ha poi chiamato l’ambulanza”.

“Il mio cliente fa questo mestiere da più di trent’anni”, ha ribadito ancora il legale. “Non sarebbe mai andato a mettersi nei guai in questo modo per 10 euro. E in più andava pianissimo, non più di 15/20 km l’ora”.

Sara Pizzorni

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