Cronaca

Anni di liti tra vicini, l'accusa si
aggrava: da molestie a stalking

Dal reato di molestie a quello più grave di stalking, e il processo tutto da rifare. Anni di cattivi rapporti di vicinato sono degenerati a tal punto da costringere Antonella e Alberto, marito e moglie, a sporgere querela verso Roberta, loro vicina di casa da 24 anni. La donna, 54enne, è finita a processo con le accuse di lesioni personali, percosse, molestie e danneggiamento. Nelle varie udienze sono stati sentiti i testimoni e una volta inquadrata la vicenda, al momento delle conclusioni il pm ha chiesto di cambiare il reato da molestie a quello più grave di stalking. Il giudice ha accolto la richiesta, ma il processo deve ricominciare da capo: il nuovo reato contestato, infatti,  prevede il passaggio in udienza preliminare. Gli atti sono stati trasferiti in procura e una volta fissata l’udienza davanti al gup, l’imputata è stata rinviata a giudizio con la nuova accusa. Il  nuovo processo è già iniziato il 31 gennaio scorso con l’esame della coppia e riprenderà a maggio.

L’avvocato Zontini

Dal giugno del 2015 ad oggi, Roberta avrebbe molestato i vicini gettando olio sullo zerbino, disattivando i contatori dell’energia elettrica e del gas della loro abitazione, guardando insistentemente da una finestra all’interno della loro casa, facendo numerose chiamate ed inviando messaggi sui loro telefoni, spostando nei campi il loro sacco dell’immondizia.

Per l’accusa, la donna avrebbe anche danneggiato le gomme della Fiat 600 di Antonella, spinto, percosso e afferrato per il bavero della giacca il marito e schiaffeggiato e afferrato lei per i capelli, colpendola con una ciabatta, causandole la distorsione del rachide cervicale, contusioni al polso e cefalea. Motivo? Alberto e Antonella, secondo la vicina, non avrebbero mai fatto aggiustare la grondaia. Essendo rotta, quando pioveva l’acqua entrava nell’abitazione di Roberta.

L’avvocato Brozzoni

A processo la coppia ha parlato di ripetute offese, di numerosi atteggiamenti molesti, di telefonate e di messaggi, di Roberta che, ripresa dalla telecamera che marito e moglie avevano fatto installare per tutelarsi, guardava dalla finestra cosa succedeva nell’abitazione di Alberto e Antonella, della vicina che versava olio sull’uscio, che schiacciava un tubetto di colla sul davanzale della loro finestra, che lanciava sassi contro l’ingresso di casa, che spargeva terriccio e feci sul tappetino antistante la porta, che scrostava i muri e gettava stuzzicadenti davanti all’uscio.

La telecamera avrebbe poi ripreso la vicina mentre armeggiava su entrambi i pneumatici anteriori dell’auto di Antonella bucando una delle ruote per poi allontanarsi salutando la telecamera. Della colla era stata trovata anche all’interno delle serrature delle portiere della macchina.

Nel processo, marito e moglie sono parte civile attraverso l’avvocato Gianpietro Brozzoni, mentre l’imputata è assistita dall’avvocato Alessandro Zontini. La donna ha negato alcune delle accuse e ha fatto parziali ammissioni, dicendo solo di essersi difesa dalle continue provocazioni dei vicini, che, oltre ad averla continuamente offesa, avrebbero lanciato delle pietre sulla parte del rustico di sua proprietà e mozziconi di sigaretta nei pressi della sua abitazione.

Sara Pizzorni

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