Politica

Cittadella economia solidale, FI
critica: "Sostenibile per Aem?"

Forza Italia chiede convocazione di Commissione di Vigilanza. "Per quale motivo l’AEM Spa dovrebbe investire € 4.000.000 di risorse pubbliche per recuperare un immobile ad una destinazione sociale, estranea alla propria mission?", uno dei quesiti.

foto Sessa

Il destino dell’ex mercato ortofrutticolo, di proprietà Aem, potrebbe essere quello di cittadella dell’economia solidale, ma nessun confronto pubblico c’è stato su quello che rimane delle aree ex annonarie, dopo la demolizione del macello per far posto al Polo tecnologico. Un’area che si sta giustamente riqualificando, ma in cui sopravvive la testimonianza di un pezzo importante di vecchia Cremona, nelle particolari forme architettoniche del mercato ortofrutticolo, dove agli anni dell’abbandono totale sono seguite le ultime feste dell’Unità e le sedi di Filiera Corta Solidale e Centro del Riuso.

Sul futuro di quest’area e su come si sta trasformando Aem, il gruppo consigliare di Forza Italia ha chiesto la convocazione di una commissione di Vigilanza alla presidente, la leghista Simona Sommi.

“Da alcuni mesi – scrivono oggi Carlo Malvezzi, Federico Fasani, Saverio Simi –  leggiamo sui media locali dell’intenzione del Comune di Cremona di destinare l’ex Mercato Ortofrutticolo  del Foro Boario a futura Cittadella dell’Economia Circolare: un progetto che coinvolge alcune associazioni, da sempre molto vicine all’attuale amministrazione, che operano nel settore dell’economia circolare e dell’ambientalismo cremonese.
L’ex Mercato Ortofrutticolo è di proprietà di AEM S.p.A., controllata al 100% dal Comune di Cremona e  l’Azienda ha come scopo sociale la gestione dei parcheggi, lo sgombero neve, la gestione del verde, la realizzazione della segnaletica stradale, la vigilanza sul contratto dell’illuminazione pubblica, la gestione del cimitero, tutte attività lontane dall’ambito sociale e soprattutto dalla gestione diretta di investimenti immobiliari, fatta eccezione per gli interventi relativi agli asset di propria competenza.
Peraltro l’immobile si colloca in una posizione strategica all’interno del comparto del Polo Tecnologico e per questa ragione ha, a nostro giudizio, una sua naturale vocazione ad ospitare sedi di aziende del settore dell’ITC o di attività di servizio a queste ultime collegate.
Sempre dalla stampa abbiamo appreso che l’A.E.M. di Cremona ha già commissionato un progetto preliminare per il recupero dell’ex Mercato Ortofrutticolo, investendo risorse proprie.
Considerato che questo tema non è mai stato oggetto di alcun approfondimento all’interno del Consiglio Comunale, sorgono alcune domande che intendiamo porre all’Amministrazione Comunale e all’AEM spa richiedendo la convocazione della Commissione di Vigilanza. Crediamo sia anche necessario aprire un confronto pubblico sul destino degli immobili di proprietà di AEM spa, atteso che il patrimonio comunale non è appannaggio della maggioranza e degli amministratori che temporaneamente hanno l’onore e l’onere di gestirlo.
E’ proprio perché i cittadini devono essere consapevoli del futuro di una zona che ha grandi potenzialità, che anticipiamo alcuni quesiti che porremo agli amministratori comunali e di AEM, a partire dalla necessità di garantire sempre la massima trasparenza di tutti i processi politico-amministrativi.

Sul piano urbanistico quali valutazioni sono state messe in campo per introdurre questa funzione?
Per quale motivo l’AEM Spa dovrebbe investire € 4.000.000 di risorse pubbliche per recuperare un immobile ad una destinazione sociale, estranea alla propria mission?

Non vi sono investimenti connessi ai servizi pubblici gestiti dall’azienda per i quali è possibile ampliarne il perimetro o migliorarne la qualità (es. acquisto di parcheggi)?

Sono state valutate altre opzioni per valorizzare al meglio questo immobile?

E in caso positivo quali percorsi sono stati verificati e quali risultati sono stati ottenuti?

E’ stata espletata una procedura ad evidenza pubblica per individuare i futuri destinatari dell’immobile comunale o l’AEM Spa ha scelto arbitrariamente a chi affidare il patrimonio di tutti i cittadini, dando attuazione pedissequamente alla volontà della maggioranza?

Esiste un business plan verificato e certificato da un ente terzo dal quale è possibile desumere la sostenibilità dell’investimento e l’utilità per l’azienda ad intraprendere questa operazione?

In quanti anni si immagina di rientrare da un investimento così ingente?

Quali garanzie possono essere messe in campo da associazioni senza scopo di lucro o da soggetti del terzo settore per assicurare il pagamento di un canone commisurato all’investimento?

“La Commissione di Vigilanza – concludono gli esponenti di minoranza –  sarà anche l’occasione per conoscere come il Cda di AEM Spa intenda valorizzare al meglio tutto il resto del patrimonio dei cremonesi”.

 

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