Contratti di rete, a Cremona sono 84
e coinvolgono 145 imprese
Lo strumento realizza un modello di collaborazione tra aziende che consente, pur mantenendo indipendenza, autonomia e specificità delle singole imprese, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, incrementando la capacità innovativa e la competitività sul mercato

Sono 84 i contratti di rete tra imprese presenti in provincia di Cremona e coinvolgono 145 aziende. Il dato, riportato nell’ultimo report di Unioncamere Lombardia, evidenzia un deciso incremento del ricorso allo strumento sul nostro territorio: due anni fa, infatti, i contratti di rete depositati erano 71 e le aziende cremonesi firmatarie 136.
Il contratto di rete realizza un modello di collaborazione tra imprese che consente, pur mantenendo indipendenza, autonomia e specificità delle singole aziende, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, incrementando la capacità innovativa e la competitività sul mercato. Per raggiungere questi obiettivi, gli imprenditori si impegnano a collaborare sulla base di un programma comune, scambiandosi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ed esercitando in comune una o più attività.
A livello regionale, il primato del ricorso allo strumento spetta a Milano (921 aggregazioni e 1.700 aziende coinvolte), seguita da Brescia (294 contratti), Bergamo (239), Monza e Brianza (162), Varese (115) e Mantova (111). La Lombardia è la regione italiana coinvolta nel maggior numero di contratti: sono 1.513 complessivamente le reti che vedono la partecipazione di almeno un’impresa lombarda, pari al 20,4% del totale nazionale.
Considerando l’ambito territoriale dei contratti lombardi, il 24,2% risulta formato da imprese della stessa provincia, mentre il 17,6% vede la partecipazione di imprese con sede in diverse province della regione. La maggior parte delle reti (58,2%) ha tuttavia un raggio di azione che si estende oltre i confini lombardi: le collaborazioni risultano particolarmente strette con il Lazio (247 contratti) e le grandi regioni industriali limitrofe (Emilia Romagna: 242; Veneto: 238; Piemonte 202).
Il report mette in luce come siano soprattutto le imprese più strutturate a scegliere di aggregarsi: i due terzi dei partecipanti sono infatti società di capitale, che presentano una propensione all’aggregazione pari all’8,2 per mille contro il 2,8 per mille delle società di persone e l’1,4 per mille delle ditte individuali. I consorzi (con il 13,4 per mille) e le cooperative (21,8) presentano comunque i valori più elevati e infatti rappresentano quasi il 10% delle imprese partecipanti in regione.
Per quanto riguarda infine il settore di appartenenza, quasi la metà delle imprese “in rete” risulta attiva nei servizi (46,6%), un settore che peraltro ha visto un incremento significativo delle aggregazioni nel 2021 (+16,4%) insieme alle costruzioni (+19,8%). Lo strumento viene sempre più apprezzato anche nel settore agricolo (+10% nel 2021). L’industria rimane il settore con la maggiore propensione all’aggregazione (8,8 per mille), ma negli ultimi anni il ritmo di crescita è calato: secondo Unioncamere, i contratti di rete inizialmente sono stati utilizzati all’interno delle filiere per formalizzare rapporti verticali, mentre ora si stanno diffondendo negli altri settori dell’economia regionale secondo forme di collaborazione orizzontale. g.lo.
Commenti