Il questore ai giovani: "L'esempio
dell'eroe Villa per essere cittadini migliori"
“Un fiore reciso… un ramo spezzato… un esempio di vita e di coraggio per il nostro futuro”. E’ la dedica sulla targa a ricordo dell’agente della Polizia di Stato Stefano Villa, Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria a cui è intitolata l’aula magna dell’istituto Arcangelo Ghisleri di Cremona, dove Stefano ha studiato e dove oggi il questore Michele Davide Sinigaglia gli ha reso onore, incontrando 120 studenti delle classi terze, quarte e quinte dell’istituto per parlare di legalità, del rispetto delle regole, del senso del dovere, di onore e disciplina e di come trovare modelli per essere cittadini a tutto tondo.
Stefano Villa, nato a Cremona il 9 maggio 1970 e residente a Castelvetro Piacentino, perse la vita il 27 settembre del 1995 a soli 25 anni durante un servizio di polizia giudiziaria al casello di Melegnano. L’agente della stradale intervenne insieme ad un collega per impedire una rapina a mano armata, ma morì nel conflitto a fuoco con il rapinatore, un ex casellante che aveva perso il lavoro. Raggiunto da due colpi di pistola, morirà anche lui durante la fuga.
In questi anni nelle scuole cremonesi, e in particolare al Ghisleri, sono stati organizzati numerosi incontri con i giovani, e oggi ha voluto essere presente anche il questore Sinigaglia, accompagnato dal comandante della polizia stradale Federica Deledda, che ha introdotto l’incontro, dalla professoressa Rossella Frigeri e dalla preside Simona Piperno.
Davanti ad una platea di ragazzi attenti, il questore ha parlato della sua scelta di entrare in polizia e della passione per il lavoro, la stessa che aveva Stefano Villa. “Spesso si opera in contesti estremamente rischiosi”, ha detto Sinigaglia. “La stradale, in particolare, è il nostro fiore all’occhiello, ma è la specialità che conta il maggior numero di vittime. Stefano Villa faceva anche parte della polizia giudiziaria e all’epoca insieme ai colleghi stava indagando su una serie di rapine ai caselli autostradali. Quel giorno di settembre è stato raggiunto da un colpo al cuore. Era figlio unico e aveva una fidanzata”.
Lunedì 9 maggio, giorno della nascita di Stefano, nel cortile della scuola si terrà una cerimonia di commemorazione. “Spero, in quell’occasione”, ha detto il questore, “di poter abbracciare il papà di Stefano. Spesso, purtroppo, si finisce per dimenticare le famiglie delle vittime. Cerchiamo, con questo ricordo del collega, di non perderne la memoria. Stefano Villa ha svolto il suo lavoro mettendo a repentaglio la propria vita. Per noi poliziotti è un eroe a cui ispirarsi”.
“Ciò che è essenziale”, ha poi aggiunto il questore, “è poter fare il proprio lavoro in modo rispettabile, con onore, e cercare di essere sempre dei punti di riferimento nel nostro vivere quotidiano. L’orgoglio di appartenenza è qualcosa che ci motiva. Bisogna cercare un legame, sentirsi parte di qualcosa che va oltre la nostra individualità”.
L’augurio del questore, fiducioso nel futuro, “nonostante gli scenari foschi come la pandemia e il conflitto in Ucraina”, è che il generoso sacrificio del giovane agente Villa sia un monito e uno stimolo per le giovani generazioni, oggi più che mai bisognose di aggrapparsi ad esempi e principi morali che le guidino nella giusta direzione per essere tutti parte di una società migliore.
Spazio, infine, alle domande degli studenti. Quella di Loris è stata definita dal questore “molto intelligente”: “Perchè non viene commemorato anche il malvivente?”, ha chiesto il giovane, premettendo di non voler mancare di rispetto a nessuno. “Ma anche lui aveva una famiglia, dei problemi”. A rispondergli è stato il comandante Deledda: “E’ una domanda molto profonda che noi, come istituzione, ci poniamo spesso, anche quando arriviamo su un incidente stradale e troviamo un ferito, o peggio dobbiamo stendere un lenzuolo bianco. La sensazione che proviamo è quella di essere arrivati in ritardo. In ritardo per salvare una vita”. Anche il comandante Deledda, dopo l’osservazione di Loris, si è detta speranzosa sul futuro dei giovani. “Grazie per aver fatto questa domanda”.
Sara Pizzorni