I pericoli della rete in era Covid. La
prevenzione parte da casa e scuola
Conoscere il fenomeno per prevenirlo e non rischiare l’isolamento sociale delle nuove generazioni, tempestate da un diluvio di informazioni negative e dai subdoli pericoli della rete. Pericoli che con la pandemia e con il lockdown non hanno fatto altro che peggiorare ansie e creare derive aggressive e comportamenti antisociali. Questo il tema affrontato nel corso del convegno svoltosi martedì al teatro Monteverdi di Cremona promosso dal Sap, Sindacato autonomo di polizia, in collaborazione con Comune di Cremona e Progetto Europa.
Hikikomori, termine giapponese della sindrome dello “stare in disparte, isolarsi”, cyberbullismo, revenge porn, sexting, termini ormai notissimi a tutti coloro che sono costantemente connessi, non solo le giovani generazioni. Come fare per non essere travolti dalla rete in una società in continuo cambiamento?. Lo hanno spiegato, dati alla mano, gli esperti del settore: polizia postale, psicoterapeuti, pedagogisti, mediatori e psicologi, che hanno anche offerto consigli semplici e pratici per gestire al meglio un’innovazione indubbiamente positiva, quale quella della rete, ma che non va abusata. Un ruolo fondamentale in questo senso appartiene alle famiglie e alla scuola, che hanno il compito importantissimo di essere vicini ai ragazzi e di saper cogliere i primi campanelli di allarme.
Al tavolo, moderati dalla giornalista Francesca Morandi, Rocco Nardulli, vice questore aggiunto del compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia, Barbara Gentili, psicoterapeuta Ucipem Cremona, Benedetta Anselmi, pedagogista, autrice del libro “Conosco te e incontro me”, Elena Ferrari, psicologa Emdr, e Rita Martino Costanza, avvocato, mediatore, psicologa dell’età evolutiva.
“Considerando il periodo che abbiamo attraversato”, ha esordito Gianluca Epicoco, segretario provinciale del Sap, “organizzare questo evento è stato un dovere. Tutti dobbiamo riflettere sui rischi che corriamo come società nel trascurare questi fenomeni”.
Prima dell’apertura dei lavori c’è stato l’intervento del sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, che ha elogiato il lavoro degli organizzatori: “Questa è la polizia a 360 gradi che sa interpretare l’evoluzione della società. La prevenzione è uno degli elementi chiave, ma per prevenire bisogna conoscere questi fenomeni che sono in profonda evoluzione e in continuo cambiamento”.
Collegata da remoto con il convegno, l’onorevole Federica Zanella, componente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, che ha parlato dell’importanza degli sportelli online per aiutare gli utenti che incappano nella cosiddetta web reputation negativa, ossia molestie effettuate attraverso e-mail, chat, blog, telefoni cellulari e siti web. Un servizio istituito dal Corecom Lombardia, che, come ha sottolineato la Zanella, “ha salvato molte vite”. L’onorevole ha poi auspicato un sempre maggiore interesse, da parte delle istituzioni, verso queste tematiche, a lei molto care, visto anche l’aumento esponenziale di reati online legati ai minori. “Gli strumenti per contrastarli ci sono”, ha detto l’onorevole, “ma vanno perfezionati. Vanno rafforzati i supporti psicologici nelle scuole ed è fondamentale un lavoro sulla consapevolezza per spiegare le conseguenze drammatiche che la rete può creare”. La Zanella ha poi ricordato “la legge sul cyberbullismo entrata in vigore il 18 giugno del 2017 dedicata alla prima vittima, Carolina Picchio, che nel 2013 si tolse la vita distrutta dalla vergogna dopo essersi vista diffondere sui social dei video ed essere stata riempita di insulti su facebook. “Le parole fanno più male delle botte”: scriveva così Carolina, di soli 14 anni, nella sua lettera d’addio. “Dobbiamo lavorare affinchè queste cose non succedano più”, ha concluso l’onorevole Zanella.
“Con la pandemia si è assistito ad un incremento delle problematiche online”, ha detto a sua volta Rocco Nardulli, vice questore aggiunto del compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia. “Tra il 2020 e il 2021 gli arresti per reati contro i minori, in particolare per pedopornografia, sono aumentati del 98,5%”. “Un lavoro particolare di prevenzione in questo senso”, ha detto Nardulli, “lo devono fare soprattutto le famiglie e la scuola”.
D’accordo con Nardulli e con gli altri relatori anche la psicologa Rita Martino Costanza: “Deve esserci un approccio integrato, tutti devono collaborare: famiglia scuola, psicoterapeuta, educatore e possibilmente lavoro”. Un’attenzione che vede partire dalle piccole cose: non usare il telefono mentre magari si è a tavola in famiglia, chiudere il cellulare e metterlo in una scatola, non averlo vicino di notte. Avere una certa misura nel suo utilizzo e usare più tempo per confrontarsi e dialogare con la propria famiglia.
Sara Pizzorni