Cultura

Liuteria italiana in Argentina, libro
e docufilm al Museo del Violino

Un Guarneri del Gesù custodito nel museo di Buenos Aires

Una giornata interamente dedicata alla liuteria, alle sue espressioni in Argentina e alla trasposizione cinematografica di una storia di vita esemplare. Si è tenuta il  28 settembre al Museo del Violino di Cremona, la presentazione del libro “Liuteria italiana in Argentina” di Pablo Saraví, noto violinista, ricercatore argentino esperto nella storia degli strumenti ad arco, e la proiezione del film “Lungo Mare” di Sol Capasso, regista argentina radicata a Cremona. Introduce Fausto Cacciatori, Conservatore delle Collezioni del Museo del Violino.

L’iniziativa si inscrive nell’ambito della mostra “Liutai Italiani del Novecento nelle Collezioni del Museo del Violino”. Pablo Saraví, arriva a Cremona, grazie a Camarada Films APS, con il sostegno del Comune di Cremona e la collaborazione del Museo del Violino, per raccontarci la storia dei liutai italiani emigrati in Argentina e dei notevoli strumenti dei maestri italiani arrivati per via dei collezionisti argentini.

La storia della liuteria italiana in Argentina inizia alla fine dell’Ottocento quando numerosi artisti, tra cui musicisti e liutai, vi si recano come emigranti in cerca di un riconoscimento professionale. Alcuni di loro, come Camillo Mandelli, Luigi Rovatti, Alcide Gavatelli, Giovanni Capalbo o Alfredo Del Lungo sono oggi ben conosciuti da molti musicisti, esperti e collezionisti.

Nel corso di un periodo in cui l’Argentina ha prosperato enormemente in campo economico (1880-1930), ricchi collezionisti acquistano strumenti notevoli di maestri italiani. Tra questi si distinguono particolarmente Gustavo Herten e Isaac Fernández Blanco, la cui importante raccolta è stata recentemente restaurata ed è oggi in esposizione permanente a Buenos Aires. Il set include liutai famosi come Andrea Guarneri, Giovanni Battista Guadagnini, Francesco Gobetti, Santo Serafin, Gioffredo Cappa, Lorenzo Storioni, Pietro Giovanni Mantegazza, Vincenzo Panormo e il recentemente scoperto Guarneri del Gesù 1732 “Armingaud-Fernández Blanco”, il quale si pensa sia il miglior conservato al mondo.

 In questa nuova pubblicazione Pablo Saraví riprende l’argomento della liuteria italiana in Argentina in una visione più ampia e approfondita rispetto alla precedente edizione, estendendo la ricerca ai costruttori di strumenti che arrivarono da altri paesi europei fra il 1870 e il 1950. Il libro contiene le fotografie a colori di 109 strumenti con l’indicazione delle loro misure. 
Un importante capitolo è dedicato alla Collezione di Strumenti Notevoli del Museo di Arte Ispanoamericana “Isaac Fernàndez Blanco”, che servì da modello per tanti molti liutai immigrati in Argentina. I 18 strumenti raffigurati che fanno parte di questa raccolta furono costruiti da alcuni dei più celebri liutai italiani: Guarneri del Gesù, Serafin, Gobetti, Cappa, Storioni, G. B. Guadagnini, Landolfi, Mantegazza, G. B. Grancino, e altri.

Il film prodotto da Camarada Films prende avvio dalla ricostruzione storica contenuta nella ricerca di Pablo Saravì, ma diventa presto il punto di partenza per trattare il presente del mestiere di liutaio. È anche l’occasione per riflettere sulle potenzialità connesse all’attività dei liutai che lavorano seguendo modelli italiani in Argentina. 
L’opera contiene al suo interno numerose interviste realizzate sia in Argentina che in Italia, con particolare riferimento alla città di Cremona, alla Scuola di Liuteria di Tucumán, al Museo del Violino e ai liutai argentini che vi lavorano. Gran parte della musica presente nel documentario è stata suonata dallo stesso Pablo Saravì con strumenti di liuteria italo-argentina.
Con questa iniziativa Camarada Films ci fa intraprendere un viaggio transoceanico per portare alla luce questo passato, poco conosciuto, fra due nazioni che compartono profondi legami culturali.

Un fotogramma del documentario di Sol Capasso

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