Autonomia, l'assessore regionale
Galli presenta il suo libro a Cremona
Il tema dell’Autonomia differenziata è al centro del dibattito organizzato dalla Lega di Cremona con l’assessore all’Autonomia e alla Cultura in Regione Lombardia Stefano Bruno Galli che presenta il suo libro “Manifesto dell’Autonomia” venerdì 2 dicembre dalle ore 18.30 a Palazzo Calciati Crotti in via Palestro 1 (ingresso libero). “Definire l’autonomia, per altro costituzionalmente garantita – conclude Galli – come la secessione dei ricchi significa negare il cambiamento e l’innovazione, alimentare le paure e tradire lo stesso spirito costituzionale. Dire che la spesa storica avvantaggerebbe le regioni del Nord è del tutto privo di fondamento scientifico, perché la spesa storica ha sempre premiato chi spendeva di più e peggio, non certo le regioni più virtuose e più efficienti. L’auspicio è che il dibattito sull’autonomia abbandoni le strumentalizzazioni ideologiche e rientri nei binari della serietà e della competenza. Senza inutili proclami demagogici. Sarebbe anche ora”.
Nato il 16 maggio 1966 a Bollate, il Prof. Galli insegna Storia delle Dottrine Politiche e Teorie e storia della democrazia alla Facoltà di Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di carattere scientifico sui temi del federalismo, del costituzionalismo, del nazionalismo e collabora con diversi quotidiani e periodici. È socio per cooptazione dell’Accademia Roveretana degli Agiati (1751) e dell’Accademia nazionale Virgiliana di Mantova (1768). Dal 2018 è Assessore regionale all’Autonomia e Cultura di regione Lombardia e le materie che competono al suo incarico sono le seguenti: Intesa col Governo su autonomia (ex art. 116, terzo comma, Costituzione), Riforme istituzionali, Patrimonio culturale, Servizi e attività culturali.
“Non è la secessione dei ricchi, che nessuno vuole – afferma Galli -. Tutti vogliamo la più rapida determinazione dei fabbisogni standard e dei LEP. Ma sono 13 anni che aspettiamo e non possiamo neppure continuare a frustrare le istanze di territori interi e di milioni di cittadini che si sono già espressi, ormai quasi cinque anni fa, con una procedura democratica e partecipativa, quale il referendum consultivo territoriale del 22 ottobre 2017 in Lombardia e Veneto”.
“Il 22 ottobre 2017 – fanno sapere dalla Lega – oltre cinque milioni di cittadini lombardi e veneti hanno decretato il successo del referendum consultivo territoriale con il quale la parte più sviluppata del Paese dava mandato ai vertici regionali di intavolare la trattativa con il governo per conquistare maggiori margini di autonomia legislativa e amministrativa. Nel quadro delle più recenti battaglie per l’autodeterminazione, era una grande novità. Lombardi e Veneti non hanno infatti votato per abolire la Costituzione vigente. Al contrario, hanno votato per applicarla e dare corso all’articolo 116, terzo comma”.