Comitato Area Donna: "L'unica
Breast Unit è quella in ospedale"
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Poco più di un anno fa, la nascita del Comitato spontaneo delle pazienti in cura in Area Donna – Breast Unit dell’ospedale maggiore, per la difesa del modello organizzativo messo a punto da anni, che garantiva un percorso unicamente dedicato alle donne in cura per tumore alla mammella. Modello che quasi di punto in bianco, appunto a inizio 2022, veniva smantellato, facendo confluire le donne in trattamento nel vicino reparto di oncologia, disperdendo così la specificità di un percorso di cura “al femminile” che era di grande importanza nell’affrontare cure fisicamente e psicologicamente drammatiche.
Oggi, all’indomani del taglio del nastro di un’altra Area Donna alla casa di cura Ancelle, le fondatrici del Comitato sentono il bisogno di far sentire la propria voce, anche in risposta al disorientamento che si sta creando nella vasta rete delle pazienti in cura all’ospedale di Cremona.
“Area Donna – Breast Unit è e resta all’interno dell’ospedale”, spiegano tre rappresentanti del comitato, due delle fondatrici, Giovanna Bonetti e Cristina Marenzi, e Roberta Mozzi. “Nella nostra chat di gruppo, appena è uscita la notizia, si è diffuso molto stupore, nel senso che non si capiva se stesse nascendo un’altra struttura simile a quella dell’ospedale o se questa fosse stata chiusa. Vorremmo quindi chiarire che Area Donna – Breast Unit è un servizio che già c’è e che resta nell’ospedale pubblico, è un servizio complesso e completo che parte dalla diagnosi, si completa con le eventuali prestazioni chirurgiche e prosegue con le terapie, peraltro con apparecchiature all’avanguardia”.
“Non abbiamo nulla contro le cliniche o l’arrivo di nuovi strumenti diagnostici, anzi in una città con una così alta incidenza di malattie tumorali, più prevenzione c’è meglio è”, aggiungono Marenzi e Bonetti, ma quel nome attribuito all’iniziativa delle Ancelle, inaugurata alla presenza del sindaco, del vescovo e delle autorità sanitarie pubbliche, ha creato non poco disorientamento.
“Insieme ai professionisti che operano nel reparto – aggiunge Bonetti – stiamo portando avanti iniziative per diffondere sempre più la prevenzione e la conoscenza di Area Donna, ad esempio sono in programma incontri nei Comitati di quartiere, uno è già in calendario al Cambonino”. Saranno incontri che vedranno anche la partecipazione dei medici “storici” della Breast Unit, Sergio Aguggini e Daniele Generali, per un reparto che ultimamente ha riottenuto la certificazione Eusoma, il marchio di qualità europeo per i reparti di questo tipo, tra i pochissimi ospedali pubblici a potersene fregiare.
“E’ scientificamente provato che la medicina di genere aumenta l’efficacia delle cure”, aggiunge Bonetti. “Durante la pandemia e con la riorganizzazione del reparto le donne si sono un po’ smarrite ed è stata persa utenza, ma sta recuperando, soprattutto per quanto riguarda la parte diagnostica”.
Molto resta da fare per ritornare alla specificità della Breast Unit ospedaliera, ma per il momento la priorità del Comitato è quella di frenare ulteriori emorragie di utenti: “Siamo state subissate di messaggi di donne che ci chiedevano cosa stesse succedendo, per questo ci siamo mosse”, conclude Marenzi, “occorre ricordare a tutti l’importanza di un servizio pubblico come quello che in ospedale si sta cercando di fare funzionare al meglio, recuperando anche quell’utenza che si era allontanata”. gbiagi