Tarip, utenze non domestiche
deluse: mq ancora determinanti

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Poche soddisfazioni dai bollettini della tariffa rifiuti puntuale che in questi giorni stanno ricevendo le famiglie e le attività cremonesi. Come previsto, anche chi ha utilizzato pochissimi sacchi azzurri e quindi ha prodotto meno indifferenziata, ha avuto una riduzione di importo minima – pochi euro – rispetto all’anno precedente. Le attività commerciali hanno il vantaggio di poter recuperare l’Iva che fa il suo debutto sui bollettini, visto che da quest’anno si paga un servizio e non più una tassa, peraltro ad A2A e non più al Comune.
Ma è una soddisfazione di poco conto, come spiega Paco Magri, titolare del ristorante Dordoni di via del Sale: “Non mi pare che questa nuova formula abbia prodotto un vantaggio economico, almeno da quanto ho potuto vedere finora. L’impegno a differenziare di più lo dobbiamo solo ed esclusivamente attribuire a una motivazione personale e di tipo morale: tutti dobbiamo impegnarci a produrre meno rifiuti e a differenziare di più, ma spesso è difficoltoso far capire ai propri collaboratori cosa vuol dire impegnarsi, quando non si vede un ritorno.
Trovo assurdo che al giorno d’oggi un’attività commerciale debba ancora pagare il servizio rifiuti anche sulla base delle superfici e non sulla reale misurazione di quanto rifiuto indifferenziato produce. Sulla bolletta infatti le due voci importanti sono quelle relative ai metri quadrati riservati alla somministrazione e ai magazzini”.
La questione delle superfici è cruciale, perchè – dal punto di vista dei ristoratori – un locale molto grande non rispecchia un’effettiva maggiore produzione di rifiuti dal momento che parte delle zone riservate alla somministrazione potrebbero non essere utilizzate per vare ragioni. “C’è ad esempio un problema di reclutamento di personale”, afferma Magri, che, anche nelle vesti di insegnante al centro di formazione professionale Cr.Form, ha molto chiaro il polso della situazione tra i suoi colleghi. “E dopo il periodo del Covid – aggiunge – molte attività hanno deciso di ridurre i tavoli per non stressare eccessivamente il personale. Di riflesso è calata anche la produzione di rifiuti”.
La tariffa puntuale corrispettiva è composta da tre quote: una quota fissa, calcolata sulla base dei metri quadri dell’immobile e sul numero dei componenti del nucleo familiare per le utenze domestiche e sulla categoria di appartenenza dell’utenza per le non domestiche, attraverso la quale vengono remunerati i servizi di spazzamento stradale e svuotamento cestini, la comunicazione e i servizi di sportello, i costi generali di gestione e gli investimenti.
C’è poi una quota variabile calcolata, commisurata al numero dei componenti del nucleo familiare per le utenze domestiche e ai metri quadrati dell’immobile per le non domestiche, attraverso la quale vengono remunerati i servizi di raccolta, trasporto, smaltimento e trattamento delle frazioni differenziate (carta, plastica, vetro lattine, organico, verde), scontati dei proventi derivanti dalla vendita delle frazioni raccolte che hanno un valore di mercato.
Infine, una terza quota variabile misurata, composta da una parte in acconto e se necessario da una parte a conguaglio, attraverso la quale vengono remunerati i servizi di raccolta e smaltimento della frazione non differenziata.
Ad ogni utenza viene preassegnato un numero annuo di conferimenti del secco indifferenziato garantiti, calcolato in base al numero dei componenti del nucleo familiare o, per i non domestici, in base alla categoria di appartenenza e ai metri quadrati dell’immobile.
Se l’utenza, alla fine dell’anno, supererà il numero minimo di conferimenti preassegnato, con la fattura dell’anno successivo pagherà a conguaglio i conferimenti eccedenti. gbiagi