Aggredì e rapinò 90enne. In aula
la figlia: "Non si è più ripreso"
L'imputata è a processo anche per una
tentata rapina ad un'anziana di 88 anni
“Da quella storia, mio padre non si è più ripreso”. E’ iniziata così la testimonianza di Elena, 32 anni, figlia di Guido, deceduto nel 2018 all’età di 90 anni, vittima, un anno prima, di una rapina. Il 6 novembre del 2017 l’anziano era stato aggredito nella sua auto in una stradina di campagna di Genivolta, graffiato e derubato da una donna che prima di fuggire gli aveva spruzzato negli occhi dello spray.
A processo per rapina e lesioni aggravate è finita Gelsomina Amico, di Soresina, accusata anche di tentata rapina nei confronti di Annamaria, 88 anni, di Soresina. Il 15 dicembre del 2017, mentre l’anziana passeggiava in via Mazzini a Soresina, era stata avvicinata da una donna in bicicletta che aveva cercato di strapparle di dosso la borsa. Le urla della vittima, finita a terra, avevano fatto desistere la ladra che era fuggita a mani vuote.
Un mese prima la rapina al 90enne era invece andata a segno: in quell’occasione l’autrice del colpo era scesa dall’auto portandosi via il cellulare, l’orologio e il portafogli. L’anziano, spaventato e con gli occhi che gli bruciavano, era riuscito comunque a ripartire e a raggiungere il parcheggio di una trattoria dove poi era stato soccorso e portato in ospedale dove era stato raggiunto dalla figlia e da suo marito.
“Aveva vergogna a dire la verità”, ha detto la ragazza, sentita oggi come testimone del pm. “Era molto spaventato e all’inizio mi aveva raccontato due versioni diverse: nella prima mi aveva detto che aveva dato un passaggio ad una donna che poi l’aveva aggredito e derubato, mentre nella seconda mi aveva raccontato che questa donna andava da lui a fare le pulizie e che aveva anche aiutato economicamente lei e la figlia. I vicini mi hanno effettivamente raccontato di averla vista spesso entrare in casa”.
“Con il bancomat rubato a mio padre sono stati fatti dei prelievi”, ha aggiunto la figlia, “e quando siamo andati a recuperare la macchina del papà abbiamo trovato il tappo dello spray che gli era stato spruzzato negli occhi”.
Al termine delle indagini, i carabinieri avevano identificato la presunta responsabile nella persona di Gelsomina Amico, che il 15 dicembre successivo avrebbe tentato di rubare la borsa alla 88enne di Soresina. L’anziana era caduta a terra ed era stata soccorsa da alcuni passanti, tra cui marito e moglie che rientravano in auto dalla spesa. “La signora era a terra sul marciapiede”, ha raccontato il testimone, “e io sono intervenuto per aiutarla a rialzarsi. In quel momento mi ha detto che era stata aggredita e lì insieme a noi c’era una donna che è subito salita sulla bici ed è fuggita”.
Della ladra, il testimone aveva rilasciato ai carabinieri una descrizione molto accurata. Addirittura un altro soccorritore l’aveva riconosciuta. “Era la Amico”, ha detto oggi in aula, “la conosco. L’ho vista andare via in bici velocissima”.
Si torna in aula il prossimo 26 marzo per l’esame dell’imputata, assistita dall’avvocato Rita Favaretto, per sentire due testimoni della difesa e per la sentenza.
Sara Pizzorni