Adafa, lo storico Simone Biazzi
racconta Piero Manzoni da Soncino
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“Spesso gli artisti, quelli geniali e più innovativi, sono ricordati più per le loro opere d’arte più controverse che per il loro reale valore, è quello che è successo a Piero Manzoni da Soncino, un artista a tutto tondo che ha lasciato una profonda traccia nella storia dell’arte italiana”. Questo in sintesi il messaggio di Simone Biazzi, docente e storico dell’arte ieri all’Adafa.
Biazzi ha tenuto una conferenza proprio sull’artista scomparso improvvisamente a 28 anni, e originario di Soncino, la madre era una Meroni, discendente di un a famiglia di industriali tessili.
Alla conferenza “Piero Manzoni, essere un Artista” è stata seguita da un folto pubblico, che ha cercato nelle parole di Biazzi una spiegazione a un tipo di arte che a volte non trova spazio nei gusti comuni. Presentato dal presidente dell’Adafa Fulvio Stumpo, lo studioso è entrato subito in argomento.
“Piero Manzoni è conosciuto soprattutto per la sua opera più sconcertante, la chiacchierata e costosissima ‘Merda d’artista’. E proprio per questo, qualcuno potrebbe liquidarlo come un semplice provocatore, che cerca lo scandalo fine a se stesso. Ma l’artista è stato molto di più, non a caso oggi è considerato uno degli autori più intelligenti e sorprendenti del secolo scorso, un visionario che, nonostante abbia avuto una vita troppo breve, è riuscito a far riflettere il pubblico e ad anticipare tendenze e pratiche che poi hanno avuto grande successo, soprattutto negli ambienti dell’arte concettuale.
Ecco perché le sue intuizioni geniali sono finite su tutti i manuali di storia dell’arte” ha detto Biazzi, che ha spiegato come Manzoni porta al massimo la provocazione che comporta una riflessione sull’arte e su noi stessi. “Le scatole di ‘Merda d’artista’ sono tali, Manzoni stesso lo sapeva, l’importante era l’idea, non l’opera in sé”.
Alla domanda: “Ma dentro c’è davvero?” Biazzi ha risposto “Non è questo l’importante, l’importante è l’idea. Poi, entrando nello specifico non lo sappiamo, anche le testimonianze di gente a lui vicina sono contraddittorie, c’è o non c’è, gli interrogativi sulle sue scatole che da decenni interrogano il mondo dell’arte, era questo che Manzoni voleva provocare, e ci è riuscito”.