Gioielli cremonesi, inizio
alla grande per le visite del FAI
In tanti già dalle prime ore del mattino per le aperture straordinarie del Fai a Cremona, in occasione delle Giornate di Primavera.
GUARDA QUI LA VIDEOINTERVISTA AL CAPODELEGAZIONE DEL FAI DI CREMONA ANGELO LANDI
CENNI STORICI SUI SITI
COLLEGIO BEATA VERGINE – Il Collegio femminile della Beata Vergine, istituzione religiosa nata nel XVII secolo in pieno centro a Cremona, si colloca nelle immediate vicinanze del “sito dei Gesuiti”, composto dalla chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, il Collegio e le Scuole, tra via Felice Cavallotti e via Ponchielli. Il collegio gesuitico, che ancora oggi ospita una struttura per l’educazione scolastica, ebbe la sua origine in Cremona intorno al 1610 e dal 1618 trova sede nell’edificio che ancora oggi ospita l’istituzione.
La fabbrica è impostata per consentire di convivenza tra la destinazione scolastica e la residenza della comunità religiosa e ingloba ulteriori fabbriche fino ad occupare un intero isolato: il palazzo ex Ala, la chiesa di S. Cristoforo, una torre medioevale sono oggi inglobati nel complesso. A differenza del vicino collegio maschile, l’impianto architettonico della fabbrica si sviluppa intorno ad una corte centrale, in cui le funzioni risultavano suddivise nelle diverse maniche con gli spazi accessibili a visitatori “esterni” accessibili direttamente dalla strada, scuole e parlatori nei pressi dell’ingresso lungo via Cavallotti e la chiesa esterna sul lato opposto.
L’edificio, che deriva dall’annessione al primo edificio acquistato nei pressi della chiesa gesuitica dell’adiacente palazzo della famiglia Ala, consente di apprezzare i caratteri costruttivi delle diverse fasi: soffitti lignei ornati di epoca seicentesca, lo scalone di gusto barocchetto nell’ex palazzo della famiglia Ala, una stratificazione di volte, intonaci dipinti, serramenti, pavimenti rari e di pregevole valore.
L’apertura durante le Giornate FAI permette di visitare alcuni saloni e lo scalone del palazzo della famiglia Ala, con stucchi e decorazioni del XVIII secolo, e un antico orologio a pendolo del 1750. Nella parte del Collegio saranno aperti la chiesa, con tele dipinte di grande interesse, la sagrestia lignea, e alcuni ambienti affacciati sui lunghi corridoi.
PALAZZO RIPARI MORI – All’interno del tessuto urbano di Cremona, lungo via Beltrami, a poca distanza dalle piazze maggiormente note della Città, si trova Palazzo Ripari Mori, realizzato in seguito all’acquisto da parte del Municipio di Cremona di residenze di antiche famiglie per essere destinato a sede delle maggiori istituzioni cittadine del passato. Palazzo Ripari fu riformato nel XVI secolo, probabilmente a partire da preesistenze, nella planimetria del Campi (1583) è associato alla persona di Egidio Ripari.
Nel Settecento è residenza del comandante della guarnigione cittadina e dal 1786 è destinato a diventare sede delle principali istituzioni governative e dal 1816 sede dell’Imperial Regia Delegazione Provinciale (e quindi luogo delegato alla residenza dei governatori). A seguito di alcuni passaggi di proprietà l’edificio pervenne infine all’ing. Nino Mori, colui che attua e realizza i principali progetti di riforma della città nel Ventennio, tra cui la galleria XXV Aprile.
Le riforme che si susseguirono per adattare il palazzo a sede istituzionale (oltre la residenza dei governatori erano presenti diversi uffici), non trasformarono radicalmente l’impianto architettonico precedente: l’ingresso, che consente di apprezzare il soffitto ligneo di fattura cinquecentesca a lacunari con i caratteri costruttivi dell’architettura cremonese dell’epoca, immette nel cortile circondato su tre lati dal portico con volte a vela impostate su colonne. L’impianto architettonico del Palazzo è organizzato intorno ai due cortili che corrispondono ai due corpi di fabbrica accessibili da due strade parallele. All’estremità del portico lo scalone denuncia l’origine nobiliare della fabbrica.
In occasione delle Giornate FAI si potrà accedere al cortile principale, allo scalone nobiliare e agli appartamenti del piano nobile che conservano ancora uno stratificato palinsesto, tra riforme neoclassiche e le riforme attuate dall’ing. Nino Mori.
EX CIRCOLO ZACCARIA E TEMPIETTO DEL CRISTO RISORTO – All’interno del complesso conventuale dei padri barnabiti di San Luca, nel 1909 fu istituito il Circolo Zaccaria in continuità con il programma dell’oratorio fondato fin dal 1882, in seguito il ritorno dei padri a Cremona per volere del vescovo Bonomelli. La nascita del Circolo è coeva alla fondazione di altri circoli giovanili cittadini ad opera dei giovani cattolici che lasceranno una significativa eredità culturale per le generazioni a venire.
Tra le attività sviluppate dal circolo merita risalto quella legata alle rappresentazioni teatrali portate in scena dagli “zaccarini” fino agli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, poi sostituite dalle rappresentazioni cinematografiche. All’interno del Circolo si trova dunque una sala teatrale e cinematografica, un grande ambiente in cui sin dal 1914-1915 i frequentatori potevano assistere agli spettacoli inizialmente sceneggiati dagli stessi Padri Barnabiti. Le fonti menzionano di spettacoli cinematografici a partire dal 1919, ma è dal 1926 che è proposta una vera e propria programmazione.
L’impianto sonoro è inaugurato nel 1942 e, per consentire la programmazione durante i mesi estivi, la proiezione dei film è organizzata sotto il porticato. Dalla piazza antistante la chiesa di San Luca, tramite una porta a destra dell’edificio ecclesiastico, è possibile accedere ad un androne voltato che introduce nel porticato a cui si è accennato e quindi al cortile da cui, tramite uno scalone esterno, è possibile raggiungere la sala cinematografica, collocata al primo piano dell’edificio. La sala adibita agli spettacoli si presenta come un grande ambiente scarsamente illuminato ma assai suggestivo, grazie anche alla copertura con struttura in ferro.
Durante le Giornate Fai Sarà possibile visitare la grande sala cinematografica dell’ex teatro del Circolo Zaccaria e gli spazi contigui (scala e cortili), nonché il cinquecentesco Oratorio del Cristo Risorto in piazza S. Luca. Sono due ambienti diversi tra loro, parte di una storia secolare e pluristratificata che rispondono alle esigenze liturgico-devozionali e ludico-ricreative dei cittadini cremonesi. Sono entrambi ambienti chiusi al pubblico da molti anni ma ancora parte della memoria collettiva cittadina.
PALAZZO BARBÒ MERONI – All’interno del tessuto urbano di Cremona, lungo via Palestro, strada che collega la stazione ferroviaria al centro cittadino, è possibile apprezzare una successione di palazzi nobiliari appartenuti alle famiglie più in vista dell’epoca.
Tra questi Palazzo Barbò Meroni, la cui facciata cinquecentesca nasconde interessanti vicende familiari e usi inconsueti. Nel 1572 il desiderio di una residenza adeguata al lignaggio della famiglia persuase Lodovico Barbò – che dal 1560 era stato onorato del feudo di Soresina da Filippo di Spagna – ad intraprendere la ricostruzione del palazzo, impresa di cui fu incaricato Francesco Dattaro, tra i più noti architetti dell’epoca. Il palazzo rimase di proprietà della famiglia Barbò sino al 1840, e successivamente sono documentati un intervento di riforma della facciata e degli interni (1842) ed il definitivo passaggio di proprietà alla famiglia Meroni, i cui eredi qui ancora risiedono. Nel Dopoguerra il giardino fu sede di un cinema all’aperto, ancora ricordato da molti cremonesi.
Il fronte si distingue per le forme rigorose dell’impaginato architettonico: le aperture, disposte simmetricamente rispetto al portale centrale, emergono de sottolineate da cornici a bugnato che si impongono sugli sfondati con finitura intonacata e tinteggiata a contrasto. L’androne, coperto da cupola ottagonale con rilievi a stucco, conduce al portico a serliane che circonda il cortile, coperto da volte impostate su colonne lapidee binate, è arricchito da modanature. Al piano terra si conserva un camino cinquecentesco, mentre altri locali interni sono ornati da decorazioni di epoca ottocentesca.
In occasione delle Giornate Fai sarà possibile visitare alcuni ambienti interni del palazzo, palinsesto di riforme e decorazioni databili tra XVI e XIX secolo, il cortile principale e il giardino con la sua grotta, dove furono proiettate pellicole nel cinema all’aperto cittadino.