Affidato al Cersi della Cattolica
l'Osservatorio nazionale Food
Il Centro di ricerca diretto dal cremonese Fabio Antoldi collaborerà con Fiere di Parma per fornire un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di sviluppo commerciale nei mercati esteri.
Nasce l’Osservatorio sul settore food e sarà affidato al CERSI, Centro di Ricerca per la Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che lo realizzerà in collaborazione con Fiere di Parma: Antonio Cellie, AD di Fiere di Parma lo ha annunciato presso il Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida.
“Il futuro del made in Italy Alimentare” ha affermato Cellie, “dipenderà dalla sua capacità di innovare e investire restando fedele a tradizioni e territori. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente incrementato il value for money della nostra offerta, che diventa sempre più interessante per le principali geografie del nostro export, a tutto vantaggio della bilancia commerciale e delle varie filiere”.
E se i dati dimostrano che l’export rappresenta un asset primario per l’economia italiana – nel 2023 l’export, secondo i dati Istat, nonostante un leggero calo dei volumi ha registrato un valore pari a oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% rispetto al 2022, è altrettanto vero che l’orizzonte del settore è molto incerto a livello globale per l’incertezza degli scenari internazionali, ma anche delle normative intra ed extra UE.
Per questo servono strumenti di analisi puntuali e costantemente aggiornati, ed è in questa chiave che Cibus e Tuttofood hanno promosso l’Osservatorio sul settore food, che Fiere di Parma svilupperà insieme a CERSI con l’obiettivo di offrire ad imprenditori, manager e policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di sviluppo commerciale nei mercati esteri, attraverso una metodologia comparata.
“Analizzeremo i flussi di export alimentare con un focus su 18 categorie di prodotto, identificate attraverso la banca dati ITC (International Trade Centre)» spiega il professor Fabio Antoldi cremonese e direttore del CERSI, precisando che il debutto delle prime analisi è fissato per il prossimo 7 maggio quando, in occasione della cerimonia di inaugurazione di Cibus “presenteremo elaborazioni sui dati dell’International Trade Center dell’ONU e ne discuteremo con l’onorevole Paolo De Castro insieme ad alcuni esponenti dell’industria alimentare italiana”.
Le attività di analisi previste si articolano in due fasi: “La prima si basa sullo studio dell’andamento dell’export alimentare a livello “macro”, con l’obiettivo di analizzare i trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia)” e un primo output di questa fase verrà presentato, appunto il 7 maggio.
La seconda fase, la cui conclusione è prevista in autunno, prevede l’analisi dei dati sulle esportazioni di 11 Paesi chiave: Italia; Germania; Spagna; Portogallo; Polonia; Belgio; Paesi Bassi; USA; Cina; Brasile; Thailandia. “L’obiettivo – precisa il professore Daniele Cerrato, docente della facoltà di Economia e Giurisprudenza a Cremona e vicedirettore del CERSI – è valutare la competitività internazionale di ciascun paese, attraverso l’analisi dell’evoluzione della posizione competitiva negli ultimi cinque anni e dei principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari”.