Perdona il suo "stalker"
"Via il braccialetto elettronico"
Nel dicembre dell’anno scorso, nei confronti di un 51enne veneto, era stata eseguita dagli uomini della Questura di Cremona la misura cautelare del divieto di avvicinamento, con l’applicazione, per la prima volta a Cremona, del braccialetto elettronico. Oggi Marco (nome di fantasia) è comparso davanti al giudice con l’accusa di stalking nei confronti della ex compagna, lei residente a Cremona. Ma oggi la donna lo ha perdonato, esprimendo la volontà di rimettere la querela. Francesca (nome di fantasia), 44 anni, ha comunque dovuto testimoniare, visto che il reato, che comprendeva anche le lesioni e le ingiurie, è procedibile d’ufficio.
Rispondendo alle domande dell’avvocato difensore Luigistelio Becheri, la donna ha ammesso di non aver mai avuto la sensazione di essere in pericolo, di non aver mai cambiato le sue abitudini di vita, di non aver mai cambiato numero di telefono, ma di averlo solo bloccato. Non solo: come ha fatto notare la difesa, dall’aprile al luglio di quest’anno, al suo ex, Francesca aveva inviato 106 messaggi in cui si diceva preoccupata per lui.
“Ti sto cercando da sabato”, gli aveva scritto un lunedì. E poi ancora: “E’ difficile mettere un punto ai sentimenti”. “Ho avuto dei ripensamenti”, ha detto lei stessa oggi in aula. “Ho avuto dei rimorsi”, sottolineando di non aver mai subito violenze fisiche, ma solo verbali. Il processo è stato aggiornato al prossimo 21 febbraio, ma la 44enne ha già espresso la volontà che al suo ex vengano tolte le misure a cui è ancora sottoposto, compreso l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
I due, entrambi ingegneri di professione, si erano conosciuti nel 2021 e due anni dopo erano andati a convivere. Lei, per trasferirsi da lui, si era licenziata dal lavoro, ma poi la sua azienda l’aveva riassunta con la possibilità di lavorare in smart working. Nel marzo del 2023, però, erano cominciati i problemi. “Lui era molto geloso“, ha raccontato la donna, “ed era convinto che gli nascondessi qualcosa. Pensava avessi un’altra persona e ha cominciato a chiamare una mia amica per chiederle informazioni”.
Per questo motivo tra i due conviventi era scoppiata una lite furibonda. “Abbiamo urlato, strillato”, ha ricordato lei. “Quella sera lui per rabbia ha dato un calcio al divano e si è fatto male ad un piede. In quell’occasione mi aveva afferrato per i polsi, le nocche delle mie mani premevano contro il mento e mi era venuto un livido”.
Lei voleva andarsene, ma mentre faceva la valigia, lui le aveva preso i vestiti e glieli aveva gettati sul divano e lungo le scale. C’era anche una gonna di pelle: “Mettitela con qualcun altro questa gonna da p…”, le aveva detto lui, tra insulti e offese. Francesca era riuscita ad andare via, ma lui le aveva preso il telefonino con il quale aveva chiamato una serie di persone, tra cui l’ex fidanzato, minacciandolo che gli avrebbe “spaccato la faccia”, e un’amica di lei. “Tutto per farmi dei dispetti, per mettermi in cattiva luce”, ha sostenuto lei.
L’uomo aveva telefonato anche nell’azienda dove lei lavorava, inviato una mail al suo capo e all’amministratore delegato. “Una volta si era presentato anche in sede, era convinto che avessi una nuova relazione”, ha raccontato la donna, che probabilmente per paura di avere problemi sul lavoro si era decisa a sporgere denuncia. Oggi il ripensamento e la richiesta di rimettere la querela.
Sara Pizzorni