Studentessa e minore violentati,
l'Appello: pena di 4 anni e 3 mesi
Due violenze sessuali nel giro di poche ore: una ai danni di una studentessa appena maggiorenne, l’altra ai danni di un 16enne. Nel dicembre dell’anno scorso, l’imputato, un giovane di 21 anni residente in provincia di Cremona, era stato riconosciuto colpevole e condannato ad una pena di 4 anni e 6 mesi. Ieri l’Appello ha confermato l’impianto accusatorio, ma ha in parte riformato la sentenza, togliendo tre mesi. La studentessa, che in primo grado era parte civile attraverso l’avvocato Marilena Gigliotti, è già stata risarcita, mentre il 16enne, diventato nel frattempo maggiorenne, era parte civile insieme ai genitori attraverso l’avvocato Alessandro Zontini. Per lui un risarcimento di 7.000 euro, mentre ai genitori 2.000 euro ciascuno.
La violenza sessuale contro la studentessa, prima palpeggiata, poi presa con la forza, si era consumata il 5 agosto del 2022 sotto un albero, mentre la sera dopo, il minore, sotto violenza e minaccia, aveva subito atti sessuali nel garage della sua abitazione.
La ragazza conosceva il suo presunto aggressore da molti anni. I due frequentavano la stessa scuola da bambini, poi si erano persi di vista. Anni dopo lui l’aveva ricontattata su Instagram e i due si erano rivisti in più occasioni, anche in compagnia di altre persone. Quella sera la giovane aveva chiesto all’amico di farle i buchi nelle orecchie, in quanto lui le aveva raccontato di averlo già fatto in passato per altri suoi compagni, e si erano dati appuntamento per le 21,30 davanti ad un albero poco distante dalla casa di lei.
La coppia era rimasta a chiacchierare fino alle 23,30, quando lui aveva iniziato a toccarla. Lei lo aveva subito fermato, dicendo di essere fidanzata e che non voleva che i loro rapporti andassero oltre l’amicizia, ma lui aveva tentato di baciarla, bloccandola nel tentativo di lei di fuggire e facendola cadere a terra. Poi le aveva stretto una mano al collo, mentre con l’altra le aveva infilato nella bocca foglie e arbusti per farla state zitta. Alla fine la ragazza era stata costretta a subire un rapporto sessuale completo.
In un successivo scambio di messaggi tra i due giovani, lui le aveva scritto di aver sbagliato, cercando di discolparsi dicendo che le aveva chiesto mille volte di giurare di volerlo fare, ma la ragazza gli aveva risposto che nelle condizioni in cui si trovava, e cioè con le mani al collo e la paura di perdere la vita, non poteva che dirgli di sì, semplicemente per preservare la sua incolumità.
La sera dopo, lo stesso incubo era stato vissuto dal 16enne, che il 6 agosto si trovava nella sua casa in compagnia dell’imputato e di un altro minore. I tre avevano in programma di decorare un cartello stradale. Una volta rimasti soli, però, il 21enne aveva cominciato a fargli richieste sessuali esplicite, insistendo davanti al rifiuto del ragazzino, che nel frattempo aveva attivato la telecamera del suo telefono. Agli atti c’era il video con alcuni fotogrammi salienti.
L’imputato aveva messo in atto continui e insistenti approcci sessuali, fino a quando l’aveva afferrato ai polsi, tirandolo con forza verso di lui. I due poi si erano spostati nell’attiguo garage e lì l’imputato, nonostante i continui rifiuti del giovane, che gli ricordava che era minorenne, lo aveva stretto con forza nella parte posteriore del collo. Alla fine il 20enne aveva deciso di andarsene, approfittando un’ultima volta della vicinanza del ragazzo, che lo aveva accompagnato alla porta per assicurarsi che uscisse, per toccarlo nelle parti intime.
Entrambe le vittime si erano confidate con i propri familiari e avevano sporto denuncia.
Sara Pizzorni