Mobilità, Fiab: "Troppe violazioni,
estendere limite dei 30 km orari"

In questi giorni sono usciti i dati del primo anno di “Bologna città 30”. Secondo Piercarlo Bertolotti e Filippo Bonali, rispettivamente presidente e responsabile dell’area tecnica FIAB Cremona, “si commenta da solo il forte calo degli incidenti stradali (-13%), dei feriti (-11%), così come degli incidenti più gravi (-31%). Per la prima volta dal 1991 zero pedoni deceduti ed il 16% in meno quelli investiti. La conseguenza indiretta è la diminuzione del traffico veicolare e il connesso inquinamento, mentre si riscontra l’aumento degli spostamenti in bicicletta. Una statistica di un anno, con una valenza temporale sicuramente più efficace della sbandierata riduzione di morti sulle strade citata dal ministro Salvini col raffronto di un solo mese (comprendente il periodo natalizio con un traffico anomalo) e, per di più, incompleta a livello di rilevamenti”.
“Quanto vale la vita di una persona?”, si domandano Bertolotti e Bonali. “Il costo sociale da pagare per le vittime del traffico (oltre 3.000 morti e 225.000 feriti all’anno) supera i 17 miliardi di euro, molto più di una finanziaria, e senza considerare il peso che ricadrà per sempre sulle famiglie coinvolte. E’ di questi giorni il secondo investimento sulle strisce pedonali in centro a Cremona e piena ZTL, in via Cavour, dove 7 mesi fa venne ucciso un pedone. Soprattutto il centro città è sotto assedio, dove sembra vigere una diffusa impunità per tanti comportamenti che sembrano poco pericolosi (ad esempio la sosta in divieto per 5 minuti), ma contribuiscono ad aumentare il pensiero di poter piegare le regole del codice della strada alle proprie esigenze personali”.
“Il centro di Cremona”, scrivono Bertolotti e Filippo Bonali, “è già indicato come Zona 30, ma non lo è, di fatto, nella sua infrastruttura stradale che permette a qualche folle di correre ben più forte. Si riscontrano tante multe per mancato pagamento del ticket di parcheggio, ma pochissime per l’invasione dei marciapiedi con auto che tolgono spazio ai pedoni, tolgono spazi di reciproca visibilità tra auto e pedoni nei pressi degli incroci, sostano sulle piste ciclabili”.
FIAB chiede “di estendere il limite dei 30 Km/h in città, in particolare nelle aree residenziali e nei punti critici con maggiore incidentalità, non solo con cartelli, ma installando dissuasori di velocità e sensibilizzando i cittadini sui benefici di una velocità ridotta; rafforzare i controlli contro la sosta selvaggia, dando più sanzioni e, se necessario, provvedere alla rimozione del mezzo. La ZTL è monca, dato che tutte le zone ZPRU sono costantemente violate, non essendovi telecamere di controllo, e il sistema di permessi ZTL ABC è lacunoso, laddove permette a chi ha tali permessi di andare nelle corrispettive altre zone della città indipendentemente da dove sia la residenza. Non è un sistema che disincentiva gli spostamenti e l’inquinamento.
La segnaletica e la manutenzione delle piste ciclabili sta diventando ormai un lontano ricordo. Tutte queste operazioni andrebbero, però, accompagnate da rilievi numerici affinchè si possa fornire ai cittadini un riscontro concreto dell’efficacia delle azioni, annullando così le chiacchiere da bar dove tutti noi ci trasformiamo in allenatori, virologi o ingegneri del traffico”.
FIAB invita quindi l’Amministrazione ad una “visione sistemica, combinando regolamentazioni, infrastrutture e sensibilizzazione, fondamentale per ottenere risultati simili a quelli di Bologna, usando, se possibile, un approccio partecipativo che coinvolga cittadini ed associazioni, per rendere le politiche più efficaci e condivise”.