Cronaca

Sorprese il ladro e indicò il vicino
"Ripicca": imputato assolto

Per la difesa, il giorno del furto l'uomo finito a processo non era a Casalmorano, ma sul posto di lavoro a Cremona

Non fu Giuseppe, 55 anni, muratore e piastrellista pugliese con casa a Casalmorano, il pomeriggio del 24 ottobre del 2022, a rubare capi di abbigliamento, borse, giubbotti e tre pacchi di musica lirica dal garage di Roberto, 68 anni, che risiede poco lontano dall’imputato. Oggi i giudici hanno assolto il muratore sia dal furto che dalla tentata rapina impropria aggravata.

Era stata la vittima, poco dopo le 14 di quel giorno, a trovarsi faccia a faccia con il ladro, un uomo che era sbucato da dietro l’armadio del box. Vistosi scoperto, il malvivente aveva afferrato lo stendino sopra l’armadio e lo aveva lanciato addosso al padrone di casa per assicurarsi la fuga. Roberto gli era corso dietro e tra i due era nata una colluttazione. “L’avevo buttato giù e mi ci ero seduto sopra”, aveva raccontato il  68enne, “ma poi lui, dopo tre tentativi di fuga, si è divincolato ed è scappato. Prima che fuggisse, mi ha mimato con le dita il gesto della pistola“.

Nella colluttazione, Roberto aveva riportato lievi ferite e non aveva ritenuto necessario ricorrere alle cure mediche. Ai militari aveva fornito una descrizione dell’intruso: “1 metro e 80 di altezza, sui 40-45 anni, magro, con la barba, lurido. Puzzava come una capra”. Successivamente, quando gli erano state mostrate delle foto, aveva riconosciuto l’imputato.

L’avvocato Zontini

Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Zontini, l’intruso nel garage di Roberto non era Giuseppe, in quanto quel giorno non si trovava a Casalmorano, ma era occupato in lavori di ristrutturazione di una villa in via Milano a Cavatigozzi. E i testimoni lo hanno confermato: da chi ha acquistato quell’abitazione all’asta, a uno dei colleghi che lavorava con lui. “Lavorava dal mattino presto al tardo pomeriggio”, ha detto il legale della difesa, “e da settembre a dicembre del 2022 non è mai mancato un giorno, mangiava anche sul lavoro”.

Non solo: nella sua arringa, l’avvocato Zontini ha insinuato il dubbio che Roberto provasse dell’astio per Giuseppe: “gli aveva importunato la figlia e gli rubava la legna“. Quella denuncia, in sostanza, sarebbe stata una ripicca. Dubbi, la difesa li ha espressi anche sul riconoscimento. “Il garage era buio e il ladro aveva un cappello in testa, era un pò travisato”. “Poco credibile”, infine, che l’imputato fosse entrato in quel garage per rubare “cose di così poco conto”. “Il mio assistito”, ha aggiunto il difensore”, riferendosi ai dischi di musica lirica, “ha una passione per la musica napoletana, di lirica non sa nulla“.

Il 55enne finito a processo ha alle spalle una condanna ad otto mesi per droga. Quando il suo legale gli aveva fatto visita in carcere, gli aveva nominato Mascagni, Puccini e Verdi. L’uomo è caduto dalle nuvole, pensava fossero i nomi di altri detenuti.

Sara Pizzorni

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