Cronaca

Reddito di cittadinanza senza
requisiti. Difesa: "In buona fede"

Aveva percepito il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti, e così Ramona, romena 50enne, è finita davanti al giudice. Uno dei tanti casi legati alla fruizione del controverso ammortizzatore sociale, tema sul quale non c’è ancora una giurisprudenza consolidata. Molti imputati scelgono di patteggiare, ma ci sono anche assoluzioni legate all’aspetto del dolo. Persone che avrebbero agito in buona fede sostenendo in aula di non aver compreso la norma.

In questo caso, secondo l’accusa, l’imputata, che ancora non risiedeva a Cremona da dieci anni, uno dei requisiti per ottenere il beneficio, dall’ottobre del 2020 all’aprile del 2021 aveva ottenuto indebitamente il reddito di cittadinanza per 3.500 euro totali, rendendo dichiarazioni false nell’istanza di accesso al beneficio presentata il 16 settembre del 2020: in particolare aveva omesso di indicare la presenza del marito e di aver risieduto in Italia per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Per l’accusa, la donna è stata iscritta per la prima volta nelle liste anagrafiche italiane nell’aprile del 2011, senza ulteriori riscontri della sua effettiva presenza sul territorio italiano prima di quella data.

L’avvocato Farina

Ramona è assistita dall’avvocato Silvia Farina, che punta sulla buona fede della sua assistita. “Tante di queste persone che fanno domanda”, ha spiegato il legale, “ci provano, pensando di non perderci nulla. Non sanno che invece il solo fatto di fare la domanda senza averne i titoli costituisce già un reato”.

Nel 2022 a Cremona la guardia di finanza aveva smantellato un’organizzazione criminale costituita da stranieri, egiziani e romeni, che tra l’aprile del 2020 e il novembre 2021 aveva presentato 208 istanze di reddito di cittadinanza e 311 di reddito di emergenza a romeni non residenti in Italia. La somma ricevuta illecitamente dai falsi beneficiari si aggirava sui 700 mila euro. Due degli arrestati erano i titolari di Caf, presso i quali i truffatori si procuravano la documentazione per ottenere, in maniera illecita, i contributi previsti.

Anche Ramona si era imbattuta in un uomo che le aveva offerto aiuto, proponendosi di andare al Caf per conto suo, a suo dire senza farle firmare, nè pagare nulla. Ramona era riuscita ad ottenere la carta con il credito, ma tempo dopo, parlando dell’argomento con un’amica, era stata messa in guardia che poteva finire nei guai. A quel punto la donna ha contattato l’avvocato Farina, ha chiesto la revoca della carta e non ha ritirato l’ultimo accredito di 400 euro.

“Era molto preoccupata e ha chiesto subito di poter restituire tutto“, ha spiegato il legale, che crede nella buona fede della sua assistita, a cui mancavano pochi mesi alla decennalità di residenza. “Lei non aveva capito ciò che era stato dichiarato in quella domanda che lei sostiene di non aver nemmeno firmato. Era inconsapevole di aver commesso un reato“. Il giudice deciderà.

Sara Pizzorni

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