Timori tra i genitori: "No al cambio
degli educatori in corso d'anno"
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Si estende la platea degli scontenti per l’affidamento del servizio SAAP – acronimo per servizio di assistenza per l’autonomia personale rivolto agli studenti con disabilità – ad una cooperativa bergamasca che subentrerà dal 1° marzo alla rete che da oltre 10 anni gestisce questo servizio comunale. Almeno 300 le famiglie coinvolte di Cremona ma non solo, colte di sorpresa da una novità che tocca aspetti delicatissimi per bambini e ragazzi per i quali la routine è fondamentale, portatori di disabilità certificate che vanno dalle problematiche relazionali fino agli handicap motori e all’autismo.
Il rischio è che a tre mesi dalla fine dell’anno scolastico si interrompa il rapporto creato con gli educatori. Una situazione preoccupante e dopo le prese di posizione contro il Comune da parte di Confcooperative e LegaCoop, di singoli associati come il consorzio Il Solco, e del mondo dell’associazionismo rappresentato dal Forum provinciale del Terzo settore, ora anche qualche genitore prende coraggio. Un movimento organizzato ancora non c’è, sono singole voci rappresentanti di una miriade di situazioni reali, che cercano risposte e sperano di riceverle dalla Commissione Vigilanza indetta per martedi 11 febbraio dalle minoranze in Comune.
I nomi sono di fantasia, ma le situazioni reali. Vengono dalla scuola media Virgilio, di cui viene apprezzata l’organizzazione e gli insegnanti di sostegno (di competenza ministeriale), ma dove come altrove la notizia del cambio in corsa di cooperativa è stata appresa dai giornali. “Per mio figlio (12 anni, seconda media) perdere la sua educatrice significa perdere la mediazione tra compagni e insegnanti”, ci dice un genitore. “Sappiamo che di anno in anno e soprattutto tra un ciclo di studi e un altro questa figura cambia, ma cambiare in corso d’anno è qualcosa di diverso e altamente destabilizzante. Per ottenere la fiducia di ragazzi con problemi relazionali come mio figlio, che fatica ad interpretare correttamente le reazioni degli altri, ci vogliono mesi, sono ragazzi diffidenti per natura, faticano ad abituarsi all’imprevisto. Ora, si rischia di mandare a monte un lavoro durato mesi”.
“Mia figlia fa la terza media, avrà gli esami, quindi una tappa importante”, afferma un altro genitore. “La mia Saap mi ha detto che le è stata fatta una proposta, non l’ha ancora accettata, vedremo. Nessuno ci ha avvertito prima. Perchè non aspettare il prossimo anno scolastico per cambiare gestore, visto che mi risulta che l’appalto scadeva a fine agosto 2025, e fare quindi un passaggio più morbido, preparando noi genitori? Per quel poco risparmio, insignificante rispetto ai 3 milioni di euro di importo lavori?”.
Vero è che l’appalto impone al subentrante di assumere il personale del precedente, ma questo non garantisce la continuità del rapporto educatore – alunno in quanto l’educatore è impiegato anche in altre attività durante la giornata lavorativa, come i doposcuola o ore domiciliari, e ci sono poi tante altre variabili che renderanno molto complicati i passaggi burocratici da una coop all’altra, ammesso che i singoli lavoratori lo accettino.
Tante le domande su cui i genitori vogliono avere risposte, ad esempio “quale sia stato il peso della parte progettuale nell’assegnazione del punteggio. E poi se è stata valutata la conoscenza del territorio”. “Si parla tanto di inclusione dei disabili e di non farli sentire diversi, e poi quando si va sul concreto si fanno scivoloni di questo tipo”, è l’amara conclusione.
“Facciamo un appello a tutti i padri e madri che in questo momento vogliono far sentire la loro voce”, affermano i due genitori, “sarebbe importante partecipare alla commissione dell’11 in Comune” e intanto hanno aperto una casella di posta elettronica (voceaigenitori@gmail.com) per sollecitare le famiglie a raccontare la propria esperienza. gb