Preso a sprangate per vendetta
Tre a giudizio per tentato omicidio
In tutto cinque gli indiani finiti davanti al gup per aver pestato un connazionale

Con le accuse di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, e minaccia aggravata, tre indiani di età compresa tra i 22 e i 29 anni sono stati rinviati a giudizio per il pestaggio avvenuto il pomeriggio del 23 novembre 2023 nel parcheggio del CremonaPo.
Vittima, un connazionale di 25 anni colpito con una spranga di ferro e con un martello e finito in ospedale con la frattura scomposta dell’ulna e un trauma cranico per un totale di 81 giorni di prognosi. Un altro imputato sarà invece processato con il rito abbreviato, mentre il giudice ha stralciato la posizione di un quinto indiano, assistito dall’avvocato Monica Fassera, in quanto gli atti non erano tradotti in lingua indiana, e quindi le carte tornano in procura che dovrà rinotificare l’avviso di conclusione indagini.

Per i tre indiani rinviati a giudizio, difesi dagli avvocati Cesare Grazioli, Alessandro Vezzoni ed Elena Guerreschi, il processo si aprirà il prossimo 9 settembre, mentre il processo con il rito abbreviato per il quarto imputato è stato fissato al 21 maggio.
Secondo la ricostruzione degli agenti della Squadra Mobile, quel giorno gli imputati avevano preparato un’imboscata al connazionale arrivato in treno in città con due amici per fare acquisti al centro commerciale. Gli aggressori erano spuntati da una siepe, lo avevano circondato e poi preso a sprangate e a martellate. “Adesso gli spacchiamo la testa, gli spacchiamo le gambe e le braccia, colpisci la testa!, ammazzalo”, dicevano, mentre lo colpivano. “Questa volta ti abbiamo solo fatto a pezzi. La prossima volta ti ammazziamo“.

La vittima aveva tentato disperatamente di fuggire, ma era stata raggiunta e colpita con una sprangata al braccio. Dopo il pestaggio, gli aggressori erano fuggiti in direzione di via Sesto, e un testimone, all’arrivo della polizia, aveva riferito di aver visto un gruppo di ragazzi che rincorreva un giovane, e che uno di loro aveva in mano un martello con il quale lo aveva colpito alla testa.
Un altro testimone aveva visto il gruppo allontanarsi a bordo di un’auto della quale aveva trascritto la targa. Dalle indagini era emerso che la targa della macchina era intestata alla madre di uno dei componenti del gruppo. Una volta identificati, tre dei cinque indiani erano finiti agli arresti domiciliari.

Secondo gli investigatori, il movente del pestaggio era attribuibile ad una vendetta nei confronti del 25enne da parte di uno degli imputati. I due erano stati coinquilini e colleghi di lavoro in una cooperativa. Il 25enne si era lamentato con il datore del lavoro del connazionale, “spesso ubriaco e molesto”. Per l’accusa, quella avvenuta al parcheggio del CremonaPo sarebbe stata una spedizione punitiva. Un atto “premeditato”.
Sara Pizzorni