Cronaca

Pioltello: una sola condanna
Assolto l'ex ad Maurizio Gentile

A distanza di sette anni dal disastro ferroviario di Pioltello, avvenuto il 25 gennaio 2018 al treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, con tre morti e oltre 200 feriti, è arrivata la sentenza di primo grado per dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi finiti a processo a Milano per disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

Emessa una sola condanna, quella di Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rete ferroviaria italiana. Come risarcimento, in solido con Rfi, in qualità di responsabile civile, dovrà risarcire con oltre un milione e centomila euro quasi 50 parti civili: oltre 25mila euro ai passeggeri e 50mila al sindacato Filt-Cgil Lombardia.

Assolti tutti gli altri otto imputati, compreso l’ed amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile e la stessa società.

Per gli imputati assolti le accuse di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo sono cadute “per non aver commesso il fatto”. Alcune ipotesi sulle lesioni sono cadute per difetto di querela.

I pubblici ministeri Maura Ripamonti e Leonardo Lesti avevano chiesto 8 anni e 4 mesi per Gentile e Lebruto, 7 anni e 10 mesi per Macello, 6 anni e dieci mesi per Guerini e Albanesi. Assoluzioni, invece, erano state chieste dall’accusa per Bucciantini, Rebai e Gallini. Per Rfi, imputata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, era stata proposta una sanzione pecuniaria di 900mila euro.

Secondo le indagini, a causare il deragliamento fu un giunto in “pessime condizioni” che portò alla rottura di un pezzo di rotaia per 23 centimetri.

Le assoluzioni, come scrive il presidente del tribunale di Milano Fabio Roia, si sono fondate “sull’assenza di prova in ordine alla realizzazione di condotte commissive o omissive riguardo ai rispettivi ruoli e agli effettivi flussi informativi su quel giunto in pessime condizioni e sulla inadeguatezza della manutenzione”.

Nell’incidente morirono tre persone: Ida Milesi, 61enne di Caravaggio, dirigente medico e chirurgo all’Istituto “Carlo Besta” di Milano, Alessandra Giuseppina Pirri, 39 anni, impiegata di Capralba, e Pierangela Tadini, 51 anni, anche lei, come Ida, di Caravaggio.

S.P.

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