Cronaca

Furti nella scuola chiusa per Covid
I pc trovati in casa dell'imputato

La conferenza stampa in Questura del 2020

Tra il febbraio e il marzo del 2020, con le scuole cittadine chiuse a causa della pandemia da Covid, i ladri si erano dati non poco da fare. In quel periodo si erano infatti registrate diverse razzie in alcuni istituti scolastici cittadini.

Per i furti messi a segno al Torriani il 29 febbraio e il 2 marzo del 2020 è a processo con l’accusa di furto aggravato, Marco Betti, 54 anni, pluripregiudicato cremonese. Del reato di ricettazione, invece, deve rispondere la titolare di un bar di Cremona.

A febbraio, ad accorgersi dell’intrusione dei ladri, era stato uno dei custodi dell’istituto durante un giro di controllo.  “Mancava materiale informatico“, ha riferito oggi in udienza: “nove notebook, tre videoproiettori e due coppie di casse acustiche”. Il custode aveva notato che era stato manomesso il lucchetto di chiusura di una delle porte che affaccia sul campo di calcio del Cambonino.

L’avvocato Pugnoli

A marzo, invece, a lanciare l’allarme era stata una collaboratrice scolastica che aveva notato che la porta della scala antincendio era stata forzata con un piede di porco. Le porte di due aule erano spalancate e da una delle stanze era stato preso un pc portatile. “Dopo i furti è stato inserito l’allarme, ha poi fatto sapere il custode.

Ad indagare erano stati gli agenti della Squadra Mobile a cui nel frattempo era arrivata una segnalazione di un uomo che si vantava di avere una pistola. Quell’uomo era Marco Betti, “vecchia” conoscenza delle forze dell’ordine. Come ha spiegato oggi il vice ispettore Nicola Ghisolfi, quando gli agenti si erano presentati a casa sua, era spuntata la refurtiva dei furti al Torriani.

“L’imputato è stato collaborativo“, ha sottolineato il testimone, “e ci ha condotto al materiale rubato”. Un portatile era nascosto nella federa di un cuscino, mentre nello scantinato c’era uno zaino contenente un videoproiettore. Dall’abitazione erano stati sequestrati altri due computer, due mazzi di chiavi appartenenti alla scuola e una scatola con attrezzi da scasso.

Il resto della refurtiva, la polizia l’aveva trovato in possesso dell’imputata, che aveva un bar a Cremona. La donna, incensurata, aveva consegnato agli agenti tre computer portatili e quattro mouse.

La sentenza per i due imputati, assistiti dagli avvocati Cristina Pugnoli e Corrado Locatelli, sarà emessa il prossimo 15 maggio.

Sara Pizzorni

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