Saap, la riunione dei capigruppo
non scioglie i dubbi delle minoranze
E’ sempre più di natura politica la questione dell’appalto Saap. Lo ha dimostrato l’Ufficio di Presdenza di lunedì pomeriggio chiesto con urgenza lo scorso 13 marzo dalla consigliera di opposizione Maria Vittoria Ceraso in seguito alla pronuncia del Tar che lasciava il dubbio su chi dovesse prendere servizio nell’assistenza agli studenti disabili: se il raggruppamento di cooperative cremonesi con capofila Cosper oppure il vincitore della gara d’appalto ProgettoA.
Ceraso, insieme ai colleghi di minoranza Portesani (Novità a Cremona), Olzi (FDI), Carassai (FI), Alquati (Lega), Tacchini (M5S – Cremona Cambia Musica) lamentava come “gravissimo che nella giornata di ieri, dopo la decisione del Tar di rinviare il giudizio di merito al 14 maggio il Comune non abbia assunto alcun provvedimento per garantire la continuita’ del servizio”, commentando che “se oggi 250 ragazzi potranno essere assistiti dai loro educatori sara’ solo per il senso di responsabilita’ delle cooperative cremonesi che si sono assunte l’onere di non interrompere un servizio di pubblica utilita’ a tutela dei disabili”.
Durante l’ufficio di presidenza convocato da Luciano Pizzetti, il sindaco Andrea Virgilio ha ribadito le motivazioni politiche per cui il Comune ha scelto lo strumento della gara per l’attribuzione del servizio, sulla scorta della richiesta delle cooperative uscenti stesse di rivedere i termini economici dei lavoratori per l’avvento rinnovo dei contratti collettivi. “Ben venga la discussione sul modello di welfare”, ha detto al termine del dibattito, “nel rapporto con il terzo settore l’amministrazione deve fare un passo avanti, ma i ruoli devono essere chiari, la componente pubblica ha il diritto di determinare i suoi strumenti di gestione. La centralità della persona”, ha detto replicando alla reiterata richiesta soprattutto di Forza Italia di avvalersi dell’accreditamento anzichè della gara, “è stata spesso uno slogan ma ha garantito soprattutto il soggetto privato. E’ il pubblico che deve controllare chi gestisce i servizi”.
“Il tema che mi pongo è: se la gara avesse avuto un esito diverso probabilmente non saremmo qui. L’elemento di novità è stato che la concorrenza è cominciata ad arrivare. E non è che sia una concorrenza migliore delle realtà presenti sul territorio, ma si pone all’interno di una procedura di gara che non si basa sul giudizio del pregresso, ma sulla qualità del progetto”.
A spiegare come mai non ci sia stata una comunicazione tempestiva alle cooperative dell’RTI Cosper su cosa dovesse succedere dopo la pronuncia del Tar hanno ampia spiegazione l’assessore Marina Della Giovanna e il segretario generale Gabriella Di Girolamo: nessuna comunicazione era dovuta, in quanto, avendo l’RTI ritirato la richiesta di sospensiva dell’aggiudicazione della gara e avendo dichiarato la propria disponibilità a continuare il servizio fino al giudizio di merito, era sostanzialmente “implicito” che il servizio venisse garantito da loro.
Dopo l’esito dell’udienza al Tar del 12 marzo – ha spiegato Di Girolamo- amministrazione, avvocatura e lo stesso segretario hanno vagliato le diverse possibilità che si aprivano, valutando cosa il Comune potesse fare e alla fine si è adottata quella che appariva essere la più opportuna strategia processuale.
Spiegazioni tecnico giuridche che non hanno trovato d’accordo gli esponenti della minoranza, con numerose richieste di chiarimenti sul piano giuridico amministrativo da parte di Ceraso. Era stata proprio la consigliera di “Oggi per Domani” ad aprire la discussione, mentre la sala commissioni poco per volta si riempiva di diversi educatori delle cooperative cremonesi. Tra loro, anche la presidente della Cosper Paola Merlini.
Per il capogruppo di FDI Marco Olzi c’è stata una carenza sul piano comunicativo da parte della Giunta nei confronti delle famiglie, dei lavoratori e delle cooperative: “Quella che per voi era una cosa scontata, per tutti questi soggetti non lo era. Il vostro non è stato un approccio coerente e corretto, è stata una grave mancanza verso ragazzi affetti da grave disabilità”. Ha ricordato poi l’ordine del giorno Ceraso, bocciato in consiglio comunale (con l’astensione della maggioranza) con cui si chiedeva di prorogare le cooperative in essere fino a fine anno scolastico. “In meno di 12 ore gli uffici hanno poi smentito il consiglio e questo è un indice di debolezza dell’organo che rappresenta i cittadini”.
Jane Alquati (Lega) ha espresso forti perplessità sul futuro: “Visto quanto accaduto finora, fino a quando le famiglie, i ragazzi potranno fruire del servizio in continuità? In Vigilanza il sindaco con grande fermezza aveva ribadito la scelta politica di una gara. Ma fino ad oggi, 17 marzo, la vicenda non è andata affatto in maniera lineare. E’ una vicenda che ha generato del caos, anche per gli operatori (i nuovi assunti di ProgettoA, ndr) che si ritrovano con un contratto congelato. La politica deve fare delle scelte, ma poi ci sono tempi e comunicazioni da rispettare”.
Alquati ha poi criticato i termini usati da Virgilio nel suo intervento scritto di sabato: “Il rifermento all’arrivo di operatori di altri territori l’ho inteso come un dito puntato contro le cooperative che finora hanno svolto il servizio. E non ritenuto appropiato nemmeno il riferimento a quelle famigle che hanno evidenziato problematiche”.
“La bontà di una scelta si capisce dai risultati che genera – ha detto Andrea Carassai, capogruppo Forza Italia.- Ebbene, quali esiti ha generato la decisione della Giunta Comunale di indire una gara d’appalto, peraltro in corso d’anno? I ragazzi disabili e i loro famigliari sono molto preoccupati per la prospettiva di un cambio degli educatori non scelto, non non voluto, ma imposto dal Comune di Cremona. Gli educatori sono considerati al pari di pacchi postali; le cooperative sociali locali rischiano di perdere professionalità importanti costruite in anni di lavoro, un depauperamento professionale ed economico rilevante.
I dirigenti scolastici, che hanno la responsabilità dei ragazzi a loro affidati, sono disorientati per la mancanza di certezze e di prospettive concrete”.
“Su una cosa siamo d’accordo con Andrea Virgilio quando dice che è il momento di aprire un dibattito sulle proposte del welfare. Al centro devono esserci le persone e la qualità del servizio. Al Comune deve spettare la definizione degli standard qualitativi, organizzativi ed economici che gli operatori devono avere e la rigorosa verifica della corretta esecuzioni delle prestazioni. In mezzo ci sta la professionalità delle cooperative che devono essere messe in condizione di concorrere tra loro sulla qualità del servizio, non sul prezzo delle prestazioni, e la libertà dei fruitori di scegliere a chi affidarsi. Questo metodo si chiama accreditamento ed è adottato con con successo da 112 Comuni della Provincia di Cremona”.
Carassai ha anche paventato il rischio che ora ProgettoA possa accampare richieste di danni al Comune per la mancata stipula del contratto successivo all’aggiudicazione della gara.
Su tutta la vicenda è perentorio Alessandro Portesani: “Perché il Comune ha accettato di risolvere il contratto con le cooperative in corso di anno scolastico? Sono state prese in considerazione strade alternative? Perché si è scelto di indire un bando in pieno anno scolastico, con il rischio, poi verificatosi, di generare una rottura netta con il sistema precedente, mettendo a rischio la continuità per i bambini disabili e creando un forte disagio alle famiglie?
“Perché in pendenza di giudizio non sono state date informazioni chiare alle scuole, alle famiglie, agli attuali gestori, a Progetto A? Perché l’assessore Della Giovanna e il Sindaco Virgilio dichiarano che le cooperative cremonesi erano obbligate a continuare il servizio fino alla sentenza del TAR e invece il Direttore del Settore Politiche Sociali scrive alle cooperative cremonesi che “prende atto” e “accoglie” la loro disponibilità a dare continuità al servizio?”
Per l’amministrazione comunale è intervenuta anche l’assessore all’istruzione Roberta Mozzi, dicendo che le famiglie incontrate dal Comune per spiegare i cambiamenti in atto non hanno sollevato particolari obiezioni. gb