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Severgnini alla Cattolica incontra
gli studenti dell'Anguissola

Più di due ore di botta e risposta, all’inizio un po’ incerto e poi sempre più convinto. Protagonisti gli studenti di quattro classi quinte e una terza della Liceo Anguissola di Cremona e il giornalista e scrittore Beppe Severgnini. È il secondo appuntamento per il Liceo Anguissola nell’ambito dell’iniziativa PESES, il Programma di Educazione per le Scienze Economiche e Sociali, promosso dall’Università Cattolica e diretto da Carlo Cottarelli. Nell’Aula Magna del campus di S.Monica, fitto scambio tra gli studenti e il noto saggista, giocato tra esperienze di vita e professionali da una parte, contrapposti a dubbi e curiosità legate alla giovane età e alla prossima maturità dall’altra. Senza dimenticare il ruolo dei social, le preoccupazioni per le tensioni internazionali e i grandi incontri che ti cambiano la vita. Al termine si rafforza la speranza nella nuove generazioni. “La parola chiave è ascoltarli”, dice Severgnini, “oggi ho ascoltato molto, perché tutti parlano agli adolescenti, ma chi li ascolta? Sono qui per capire una generazione, che poi è il nostro futuro: cosa pensano, cosa temono, cosa mette ansia. Sono occasioni meravigliose, io imparo tante cose da loro. Spero di essere riuscito a trasmettere qualcosa anch’io”. 

C’è stato anche un inevitabile riferimento alla guerra 

“Per me fanno fatica a capirla, perché la guerra a noi l’hanno raccontata i testimoniMio padre, mia madre, Montanelli, Mauro Masone del quotidiano La Provincia di Cremona, il mio primo direttore,  erano persone che la guerra l’avevano conosciuta e quindi l’hanno raccontata a noi. Noi non siamo stati tanto bravi a raccontarla ai nostri figli e ai nostri nipoti e quindi per loro è una cosa indefinita, che sta lì, impossibile, improponibile. E poi vai a dire che l’Europa deve difendersi, quindi deve proteggersi. Però se non abbiamo fatto capire questa urgenza, la colpa è nostra, non è loro”.   

Trent’anni anni fa usciva il suo libro “Un italiano in America” 

“Ho molta nostalgia per quei tempi, erano anni belli. Ora la situazione è completamente diversa. L’America di Trump è come se un amico ti avesse tradito e mentre ti tradisce ti pesta un piede, ti sputa in faccia. Una cosa brutta da vedere e da sentire per chi ha lavorato, ha vissuto e ha scritto dell’America come me“. 

 

 

Trump riuscirà a farsi ricandidare modificando la Costituzione?  

“Se Trump ripetesse quello che ha detto, cioè che sta pensando a un terzo mandato, sarebbe incredibile. Sarebbe come in Russia, fai eleggere il tuo numero due, nel caso di Putin fu Medvedev, nel caso di Trump potrebbe essere J.D. Vance, ma continui a comandare tu. Trump in questo modo potrebbe trasformare gli Stati Uniti d’America in un’autocrazia, una cosa abnorme. La culla della libertà, il paese della dichiarazione di indipendenza e dei diritti dell’uomo non può ridursi cosìSpero sia un incidente di percorso, come una cattiva indigestione che prima o poi passerà”.  

Clicca qui per l’intervista di Giovanni Palisto

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