Cronaca

Primi sei mesi di lavoro a Cremona
del prefetto Giannelli: l'intervista

Il prefetto di Cremona, Antonio Giannelli

Primi sei mesi dall’insediamento del prefetto di Cremona, Antonio Giannelli, che ha fatto un bilancio del suo primo periodo nel nostro territorio. “Sei mesi impegnativi, però soddisfacenti, nel senso che tante questioni che si sono aperte siamo riusciti a chiuderle col consenso di tutti e con la collaborazione istituzionale”, ha spiegato.

Numerose le emergenze che si è trovato ad affrontare fin da subito: quali le principali?
“Il primo impatto è stato significativo con le questioni di protezione civile. Abbiamo avuto un allarme rosso che non si verificava da molto tempo, e il sistema ha tenuto. Questo ci ha permesso poi di poter lavorare nell’ordinarietà. Altra questione è stata quella delle bande di giovani che hanno creato numerosi problemi in città, ma che è stata risolta con gli arresti, e quindi direi con risultati ampiamente positivi”.

La città, dal canto suo, l’ha accolto in modo positivo e partecipato.
“A Cremona mi sono trovato molto bene fin dal primo momento, sono stato accolto bene. C’è un altissimo senso delle Istituzioni, che lavorano bene insieme. Certo c’è molta aspettativa nei confronti delle Istituzioni stesse, prefettura in primis, ma tutti sanno rispondere alle richieste di intervento, e il tema viene affrontato nel miglior modo possibile. Questo viene molto apprezzato dai cittadini”.

Importante la collaborazione interforze e con le istituzioni, che ha funzionato in maniera impeccabile.
“Si, devo dire che la collaborazione funziona molto bene e i risultati, penso siano visibili a tutti. Voglio ricordare che la collaborazione istituzionale non è fatta solo di forme, ma soprattutto di persone. E qui a Cremona ho trovato un’ottima collaborazione, ma soprattutto degli ottimi rapporti interpersonali, che fanno sempre la differenza”.

Cos’ha cambiato nell’impostazione del lavoro della prefettura in questi sei mesi?
“Mi sono mosso in continuità con i colleghi precedenti: qui ho trovato un terreno arato, un’ottima situazione sia sotto il profilo organizzativo che operativo. Ho cercato di seguire le questioni che sono emerse di volta in volta, e ho voluto, in particolare, approfondire la prevenzione antimafia, anche per il mio bagaglio culturale e professionale”.

Quali saranno le prossime sfide da affrontare?
“Sicuramente la messa a sistema di una sicurezza integrata partecipata e condivisa. Su questo punta anche il ciclo di incontri che abbiamo organizzato, in collaborazione costante con la Provincia e tutti i Comuni del territorio. Vedo delle ottime prospettive anche per arrivare a quello che sarebbe il mio obiettivo, almeno in tema di sicurezza, ossia declinare il concetto in maniera unita fra i 113 comuni del territorio”.

Laura Bosio

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