Cronaca

Stalking condominiale: anziana
di 84 anni e figlio condannati

Persecuzioni, minacce e insulti ai vicini di casa. Gli imputati gettavano alle vittime acqua dal balcone, avanzi di cibo e spazzatura

Giustizia è stata fatta“. Sono le parole pronunciate da Marco (nome di fantasia), 65 anni, vittima, insieme alla compagna Marta (nome di fantasia), 57 anni, dei vicini di casa, madre e figlio, rispettivamente di 84 e 47 anni, che oggi il giudice ha condannato a un anno  e 10 mesi (lei) e a un anno e 3 mesi (lui).

I due erano accusati di stalking per aver continuamente molestato e minacciato i vicini di casa, che nel processo si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Luca Curatti. Per ciascuno, il giudice ha disposto un risarcimento di 5.000 euro. “Un vero e proprio incubo”, ha spiegato Marco, che nel gennaio del 2019 era andato a vivere con la compagna in un piccolo condominio preso in affitto. “Tutto è iniziato un mese dopo”, ha raccontato la vittima, che insieme alla compagna ha sporto sei denunce contro l’anziana e il figlio, che abitano sopra di loro. “Avevamo già tentato di cambiare casa, ma non ci siamo riusciti, e così abbiamo continuato a combattere legalmente le angherie ricevute. Ora stiamo cercando un’altra sistemazione”.

L’avvocato Curatti

Il primo episodio contestato risale al 12 febbraio del 2019, quando l’imputata, mentre Marta era affacciata al balcone, aveva lanciato dalla finestra nel sottostante cortile condominiale un sacco nero della spazzatura, rischiando di colpirla. L’anziana, ad ogni ora del giorno e della notte, spostava continuamente, trascinandoli, oggetti pesanti che provocavano un forte rumore. E poi gettava avanzi di cibo e spazzatura direttamente sul terrazzo dei vicini e ogni giorno stendeva i panni gocciolanti di acqua, bagnando la coppia, costretta ad uscire con l’ombrello. “Ve ne dovete andare via“, diceva loro, “come sono riuscita a mandare via tutti gli altri prima di voi”.

In almeno due occasioni, l’anziana aveva battuto con forza e con insistenza con calci e pugni sulla porta di ingresso dell’appartamento degli inquilini e varie volte aveva insultato Marco, minacciandolo anche di morte: “Tu devi avere paura di me“, gli aveva detto, “non ti preoccupare, lo scoprirai il motivo per cui devi avere paura. Vedrai quando arriveranno gli amici di mio figlio, vedrai che fine farai, farai una brutta fine”. Insulti e minacce contro gli inquilini erano stati proferiti anche da parte del figlio della donna.

Il 20 aprile del 2019, dopo aver urlato sul pianerottolo e aver colpito con calci e pugni la porta di ingresso dell’abitazione, non appena Marco aveva aperto la porta, l’imputato lo aveva colpito con pugni al volto e al petto, provocandogli lesioni, e spingendo con forza contro il muro Marta che era intervenuta in difesa del compagno.

Continui episodi che avevano alimentato ansia e paura nelle due vittime, costrette a cambiare le proprie abitudini di vita. Prima di fare rientro a casa si telefonavano per sapere se l’imputato fosse o meno presente in casa della madre, e aspettando fuori dall’abitazione, anche per oltre un’ora, solo per evitare di incontrarlo.

Il 20 aprile del 2019 l’imputato aveva denunciato Marco, sostenendo di aver ricevuto a sua volta delle percosse. Per quell’accusa, il vicino è finito davanti al giudice di pace. Nel febbraio successivo è stata pronunciata sentenza di assoluzione.

Sara Pizzorni

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