Cronaca

Imbrattata la Tesla di Fabio
Bertusi: "Delinquenza dilagante"

"L'ultimo dei vari episodi che hanno colpito me e la mia famiglia. Uno su tutti, mia moglie spintonata in pieno giorno tra l'indifferenza collettiva dopo aver sorpreso una persona dentro la nostra auto intenta a rubare quel poco che c'era. La risposta delle istituzioni?. Quasi anestetizzata".

La cattiveria è l’unico linguaggio che l’ignoranza conosce quando si sente frustrata“. E’ l’amaro commento del direttore generale di Fondazione Sospiro Fabio Bertusi, proprietario di una Tesla che qualcuno, la scorsa notte, ha imbrattato con scritte come “Fuck Nazi”, “Eat the rich” (Mangia i ricchi) e sul cofano la A cerchiata, il simbolo più famoso del movimento anarchico. Dopo la denuncia sporta in Questura, sul caso indaga la Digos.

 

“Purtroppo”, ha spiegato lo stesso Bertusi, “questa notte ho subito l’ennesimo episodio di violenza nella mia città. E’ il quarto in meno di un anno che colpisce direttamente me e la mia famiglia. Uno, in particolare, ci ha profondamente segnato. Mia moglie, infatti, è stata spintonata in pieno giorno tra l’indifferenza collettiva dopo aver sorpreso una persona dentro la nostra auto intenta a rubare quel poco che c’era da prendere. Questi non sono episodi isolati, ma fatti concreti e reali di una delinquenza che ormai dilaga non solo nei quartieri, ma anche nel cuore della città. L’impressione è che la risposta delle istituzioni sia sempre troppo timida, discontinua, quasi anestetizzata“.

Fabio Bertusi

“E’ necessario quindi un cambio di passo“, ha concluso Bertusi, “una strategia concreta, condivisa, servono controlli, prevenzione, ma anche una presenza reale dello Stato sul territorio. Serve dire chiaramente che certe zone, certi orari, certi quartieri, non sono terra di nessuno. La sicurezza non deve essere un privilegio, deve essere un diritto, non possiamo più accettare che la normalità venga spezzata via dalla paura. Questo non è più un problema del singolo, ma è una questione che riguarda tutti noi. Oggi è toccato a me, domani potrebbe toccare chiunque”.

Nelle indagini sarà comunque da capire se gli autori del gesto abbiano agito contro la persona, o contro la Tesla, prodotta da Elon Musk. Da quando l’imprenditore è diventato uno dei maggiori collaboratori del presidente americano Donald Trump, infatti, gli attacchi alle sue concessionarie si sono moltiplicati in tutto il mondo, Italia compresa. Scritte violente, auto imbrattate o incendiate e persino bombe molotov: la protesta globale contro Elon Musk e le sue “nazi-car”, come ormai vengono ribattezzate da chi le contesta, ha assunto le sembianze di una vera e propria guerriglia.

Sara Pizzorni

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