Cronaca

Pedopornografia online:
indagini sempre più serrate

In occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e Pedopornografia, la questura rende noti i dati del lavoro fatto a livello nazionale su questo tema da parte delle forze dell’ordine. Secondo quanto emerge dal report, nel 2024 è stato potenziato il monitoraggio dei siti analizzati che è aumentato in maniera esponenziale rispetto al 2023.

Complessivamente sono stati 42.231 i siti analizzati di cui 2.775 resi irraggiungibili e inseriti nella black list dei siti che contengono rappresentazioni di sfruttamento sessuale di minori, per inibirne la visualizzazione e impedire alle immagini di abuso di continuare a circolare, evitando la vittimizzazione secondaria.

Nel 2024 il numero complessivo di casi trattati è risultato in aumento rispetto all’anno precedente passando da 2702 a 2828, testimoniando la crescita dell’azione di contrasto a fronte della crescita dei fenomeni.

Il dato relativo dell’aumento delle persone arrestate, passate da 108 nel 2023 a 147 nel 2024, è connesso al rafforzamento delle operazioni repressive volte ad identificare e arrestare tempestivamente gli autori di gravi reati. Allo stesso modo il numero delle persone denunciate in stato di libertà (1037) è risultato in leggera diminuzione rispetto ai dati 2023 (1131) analogamente per il numero delle persone indagate passate da 1239 nel 2023 a 1184 evidenziando come l’azione della Polizia Postale si è orientata con maggiore incisività sui soggetti di particolare pericolosità.

Nel 2024 le analisi delle attività hanno evidenziato un aumento delle perquisizioni passate da 927 nel 2023 a 986 nel 2024. Questo dato evidenzia un approccio investigativo più incisivo e capillare con operazioni che hanno permesso di raccogliere prove fondamentali per i procedimenti giudiziari e di smantellare reti criminali attive nella diffusione di materiale pedopornografico.

L’ADESCAMENTO DI MINORI ONLINE

L’adescamento di minori online rappresenta una delle minacce più insidiose e pericolose per i bambini e gli adolescenti, un fenomeno che il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) affronta con costante impegno e strategie mirate.

L’analisi dei dati relativi agli ultimi due anni evidenzia come questo reato, pur mantenendosi su livelli elevati, mostri un’evoluzione che richiede interventi sempre più specializzati e tempestivi. Nel 2024, il numero complessivo dei casi trattati si attesta a 374, un dato leggermente superiore rispetto ai 353 del 2023, che può essere interpretato come il frutto di un’intensificazione delle attività di prevenzione e educazione.

L’adescamento online infatti è un fenomeno che si sviluppa e si manifesta nelle piattaforme digitali sempre più precocemente utilizzate da bambini e ragazzi come i social network le app di messaggistica istantanea e, più recentemente i videogiochi online, luoghi virtuali adatti per “predatori” pronti ad usare tecniche di manipolazione affettiva per ottenere immagini sessuali, video e addirittura incontri reali con potenziali vittime.

In questo contesto il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online ha intensificato le proprie attività investigative, adottando tecniche avanzate di monitoraggio del deep e dark web, collaborando con le principali piattaforme digitali per segnalare e rimuovere contenuti illeciti e rafforzando la cooperazione con le forze dell’ordine internazionali per identificare e fermare i responsabili di questi crimini.

Nel primo trimestre del 2025, i dati relativi alla lotta contro la pedopornografia e l’adescamento online mostrano un aumento significativo nei casi trattati (+10%), nelle persone arrestate (+293%) e indagate (+53%), così come nelle perquisizioni effettuate (+28%).

Anche il numero di siti inseriti nella Black List è cresciuto (+2%), mentre si registra una diminuzione nel numero di siti visionati (-31%). Questi numeri riflettono l’intensificazione delle attività di contrasto e monitoraggio da parte della Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica.

Un’analisi più approfondita dei dati mostra come il rischio non sia distribuito in modo uniforme tra le diverse fasce d’età. Se è vero che i bambini tra 0 e 9 anni rappresentano ancora una quota relativamente minore di vittime, con 26 casi nel 2024 rispetto ai 32 del 2023, è altrettanto vero che si tratta di una tipologia di vittime particolarmente fragili per le quali un approccio sessuale precoce e tecnomediato può costituirsi come trauma concreto con potenzialità dannose piuttosto elevate. Spesso è nei luoghi virtuali del gioco che gli adescatori “avvicinano” le loro vittime, sfruttando l’entusiasmo di vincere una partita nel gioco online preferito, nascondendosi dietro profili falsi di sedicenti coetanei.

La fascia d’età 10-13 anni, che registra 207 casi in entrambi gli anni, continua a essere la più esposta. In questa fase dello sviluppo i minori iniziano a esplorare il mondo digitale in maniera più autonoma utilizzando i social media e le chat per stringere nuove amicizie. Gli adescatori sfruttano questa apertura per avvicinarsi alle vittime, fingendo di condividere interessi comuni e instaurando un rapporto basato su fiducia e manipolazione.

È in questo contesto che la Polizia Postale ha rafforzato le proprie strategie di prevenzione, promuovendo campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai ragazzi che ai genitori, affinché possano riconoscere segnali di pericolo e adottare comportamenti più sicuri online.

Il dato più significativo riguarda la fascia 14-16 anni, che mostra un incremento del 24%, passando da 114 casi nel 2023 a 141 nel 2024. Questo aumento riflette la crescente esposizione degli adolescenti a dinamiche digitali complesse, che vanno dal sexting alla condivisione di immagini intime, talvolta indotte con minacce o ricatti.

Gli adescatori mirano a minori di questa età consapevoli della loro naturale curiosità per la seduzione, la sessualità e l’interazione libera, consapevoli di quanto i ragazzi si sentano sicuri in un dominio, quello digitale, in cui credono di muoversi con maggiore dimestichezza, minore esposizione corporea senza particolari controlli.

LA SEXTORTION

La sextortion rappresenta una delle minacce più insidiose e devastanti per i minori nel panorama dei crimini online. Questo fenomeno si manifesta attraverso il ricatto sessuale: i malintenzionati inducono le vittime, spesso con l’inganno o la manipolazione emotiva, a condividere immagini intime per poi minacciarle della diffusione di tali materiali al fine di ottenere ulteriori contenuti, denaro o favori personali.

Singoli sfruttatori e organizzazioni criminali sfruttano le vulnerabilità psicologiche e sociali dei giovani, le loro curiosità, la naturale fiducia negli altri per realizzare contatti online discreti e apparentemente anonimi attraverso i quali indurre a produrre, inviare e condividere con sconosciuti immagini intime e video personali estorti con minacce e raggiri.

Un’analisi dettagliata delle fasce d’età delle vittime evidenzia come la minaccia della sextortion colpisca principalmente gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni, con 115 casi nel 2023 e 114 nel 2024. Questa stabilità nei numeri conferma come gli adolescenti, per la loro tendenza ad affidare le esplorazioni sentimentali ai servizi del web, social network e messaggistica in primis, siano più esposti a questa tipologia di attacchi dai quali credono di sapersi difendere perché portatori di un’abitudine d’uso della tecnologia che diventa prassi consolidata.

In questa fascia d’età i ricattatori spesso si fingono coetanei per stimolare la curiosità, costruendo il miraggio di un’interazione sessuale autentica, spontanea, libera e reciprocamente partecipata nella quale invece tali elementi diventano poi strumento ubiquo di coercizione.

L’intensa attività del Cncpo ha portato a smascherare numerosi network di sfruttamento, dimostrando come dietro molti casi di sextortion ci siano organizzazioni criminali con strategie ben strutturate e finalizzate all’estorsione su larga scala.

La fascia 10-13 anni ha invece registrato un leggero calo da 20 casi nel 2023 a 15 nel 2024. Anche se il numero complessivo è più contenuto rispetto agli adolescenti più grandi, questa categoria è particolarmente vulnerabile perché meno consapevole dei pericoli del web e più incline a fidarsi degli interlocutori online. I casi trattati in questa fascia evidenziano una dinamica ricorrente: le vittime vengono spinte con l’inganno a produrre immagini sessualmente esplicite, spesso senza rendersi conto delle implicazioni e successivamente vengono minacciate per ottenere ulteriore materiale.

Il dato relativo ai bambini di età compresa tra 0 e 9 anni è il più basso in termini numerici, con due casi registrati nel 2023 e uno nel 2024. Tuttavia, anche se statisticamente meno rilevante, questa fascia d’età rappresenta una delle più delicate poiché spesso le vittime non hanno gli strumenti per comprendere ciò che sta accadendo e possono essere manipolate con estrema facilità. I casi trattati mostrano che gli autori di questi crimini cercano di entrare in contatto con i minori attraverso piattaforme di gioco o sfruttano la mancanza di supervisione da parte degli adulti per interagire con loro.

Il lavoro del Cncpo in questi casi è particolarmente complesso e richiede un’immediata identificazione dei responsabili, spesso nascosti dietro false identità digitali, oltre a un intervento mirato per proteggere le vittime e le loro famiglie.

In questo ambito, un’altra priorità del Cncpo è il supporto alle vittime. La sextortion può avere gravi conseguenze psicologiche, portando i minori a vissuti di panico, ansia, vergogna e, nei casi più gravi, alla depressione e al rischio di autolesionismo. Per questo motivo, il Centro lavora in sinergia con i funzionari psicologi dell’Unità di Analisi del Crimine Informatico (Uaci) per fornire aiuto immediato a chi subisce questi ricatti, a chi utilizza il portale istituzionale www.commissariatodips.it per richiedere aiuto, alle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni tanto delicate e pericolose per le giovani vittime.

Il Cncpo si impegna per l’identificazione e la denuncia dei responsabili ma offre accoglienza alle vittime e alle loro famiglie, fornendo strumenti concreti per affrontare le conseguenze emotive del reato e riprendere il controllo della propria vita.

Il contrasto delle sextortion con vittime minorenni continua a rappresentare uno dei target strategici del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online

Nel primo trimestre del 2025, i dati relativi ai casi di sextortion che coinvolgono vittime minori mostrano un aumento complessivo dei casi trattati (+59%) rispetto all’anno precedente. Non si registrano casi per la fascia di età 0-9 anni, mentre si osserva un incremento significativo per le vittime di età compresa tra 10 e 13 anni (+200%) e un aumento più contenuto per la fascia 14-17 anni (+48%). Questi numeri evidenziano una crescita complessiva dei casi trattati, con variazioni significative nelle fasce d’età coinvolte.

REVENGE PORN

Il revenge porn, ovvero la pubblicazione o diffusione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è una delle forme più gravi di aggressione online, con conseguenze devastanti per le vittime, in particolare quando sono minorenni.

Il Cncpo è costantemente impegnato nel contrasto a questa minaccia attraverso attività investigative avanzate, azioni di prevenzione e supporto psicologico alle vittime realizzato dall’Uaci.

L’analisi dei dati relativi agli anni 2023 e 2024 evidenzia un aumento significativo dei casi trattati, passando da 29 nel 2023 a 42 nel 2024, con una crescita del 45%. Questo incremento indica una maggiore diffusione del fenomeno, ma al tempo stesso testimonia l’efficacia del lavoro del Cncpo, che attraverso monitoraggi sempre più capillari e una crescente sensibilizzazione ha portato a un aumento delle denunce e degli interventi.

L’assenza di casi nella fascia 0-9 anni in entrambi gli anni analizzati suggerisce che il revenge porn colpisce prevalentemente preadolescenti e adolescenti, ovvero coloro che iniziano a sviluppare una vita sociale online più attiva e un rapporto più stretto con la tecnologia e la condivisione di contenuti personali. Il fenomeno riguarda principalmente la diffusione non consensuale di immagini intime, spesso in seguito a relazioni affettive o a forme di adescamento online.

Questo abuso si verifica soprattutto attraverso social network e applicazioni di messaggistica, strumenti che permettono la rapida e incontrollata propagazione dei contenuti.

Un dato particolarmente allarmante emerge nella fascia 10-13 anni che registra un aumento da 6 casi nel 2023 a 11 nel 2024, quasi raddoppiando in un solo anno. Questo incremento evidenzia come anche i più giovani siano esposti al rischio di subire forme di violenza sessuale digitale. Spesso questi casi coinvolgono situazioni in cui i minori vengono indotti con l’inganno o la manipolazione psicologica a condividere immagini intime, senza comprendere appieno le conseguenze di tale azione.

L’incremento dei casi in questa fascia d’età ha suggerito un potenziamento delle attività di sensibilizzazione, affinché bambini e preadolescenti siano adeguatamente informati sui pericoli legati alla condivisione di immagini personali in rete.

La fascia 14-17 anni rappresenta la categoria più colpita, con un sensibile incremento da 23 casi nel 2023 a 31 nel 2024. Gli adolescenti sono spesso vittime di revenge porn in contesti di relazioni sentimentali finite male, vendette personali o dinamiche di pressione tra pari. L’abuso si manifesta con la minaccia o la diffusione di immagini intime al fine di esercitare un controllo sulla vittima, danneggiarne la reputazione o ricattarla emotivamente.
Il Cncpo interviene con tempestività per identificare i responsabili e bloccare la diffusione dei materiali, collaborando con le principali piattaforme digitali per la rimozione dei contenuti e attivando procedure di supporto psicologico per le vittime, che spesso subiscono gravi ripercussioni emotive e sociali.

Il lavoro della Polizia Postale nel contrasto al revenge porn minorile si articola su più livelli. Da un lato vi è l’attività investigativa che grazie all’uso di tecnologie avanzate consente di tracciare la diffusione dei contenuti illeciti e risalire ai responsabili. Dall’altro, la collaborazione con enti istituzionali, scuole e famiglie gioca un ruolo fondamentale per la prevenzione, attraverso campagne di educazione digitale mirate a informare i giovani sui pericoli della condivisione di immagini intime e sulle strategie di difesa in caso di abuso.

Nel primo trimestre del 2025, i dati relativi alla diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti che coinvolgono vittime minori mostrano una significativa diminuzione dei casi trattati (-79%) rispetto agli anni precedenti. Si registra un caso nella fascia di età 0-9 anni, mentre non ci sono casi per la fascia 10-13 anni. Per le vittime di età compresa tra 14 e 17 anni, i casi trattati sono diminuiti passando dagli 11 casi registrati nel primo trimestre del 2024 ai 2 casi trattati nell’analogo periodo del 2025 con un decremento pari al -82%. Questi numeri evidenziano una riduzione complessiva dei casi trattati in tutte le fasce d’età.

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