Registro imprese: nel primo
trimestre sparite 77 attività

Nel primo trimestre del 2025 è diminuita dello 0,3% la consistenza delle imprese industriali cremonesi, una situazione comune anche alle province di Mantova – con una performance ancora peggiore, lo -0,4% e Pavia (-0.2%).
Il tasso di crescita dei tre territori risulta pari al -0,3%, con un posizionamento in territorio negativo anche per l’Italia (-0,1%), mentre a livello regionale emerge una sostanziale stabilità. Nel panorama lombardo si evidenziano performance negative per oltre la metà delle province, mentre ai vertici della classifica, con segno più, troviamo Milano, Brescia e Monza Brianza.
Il comparto artigianale, che rappresenta un terzo del totale delle imprese iscritte alla Camera di Commercio, mostra nel primo trimestre del 2025 un tasso di crescita complessivamente negativo (-0,4%), così come nel dettaglio dei tre i territori. Anche a livello regionale e nazionale emerge segno meno con un valore rispettivamente pari al -0,3% e al -0,4%. A livello lombardo tutte le province si collocano in territorio negativo, con le performance peggiori per Pavia, Lecco e Lodi.
“I dati relativi ai primi mesi del 2025 mostrano ancora una volta i segnali di difficoltà del panorama imprenditoriale, in particolare per il comparto artigianale che ha una grande rilevanza per i nostri territori”, sostiene il Presidente Gian Domenico Auricchio. “Va evidenziato, tuttavia, che il periodo gennaio-marzo è tradizionalmente un periodo in cui emergono valori negativi dovuti in parte alle chiusure che derivano dal mese di dicembre e dall’altro da una situazione di consolidamenti caratteristica dei primi mesi dell’anno.
“In questo panorama – continua Auricchio – l’attenzione va, inoltre, data al persistere del cambiamento in atto ormai da oltre un decennio per quanto concerne la natura giuridica, con una crescita delle società di capitali, a fronte di un calo delle altre forme, più tradizionali. A livello settoriale le difficoltà maggiori sono legate alle attività tradizionali, in particolare il manifatturiero e le costruzioni, sul quale pesano maggiormente le sfide strutturali e le incertezze globali legate alla situazione internazionale. Proprio per questo motivo è difficile poter fare delle previsioni sull’andamento che avrà il 2025”.
LA SITUAZIONE CREMONESE – Entrando nel dettaglio, in provincia di Cremona, il saldo tra chiusure e aperture di attività ammonta a meno 77 unità, per un totale di 27.497 imprese registrate a fine marzo 2025. Considerando le forme giuridiche, sono in leggera crescita le società di capitali, le cooperative e i consorzi, mentre in calo risultano le società di persone e le ditte individuali (-0,3%).
La contrazione riguarda soprattutto i servizi di alloggio e ristorazione, il commercio, i trasporti e la logistica, settori in cui lo scarto tra aperture e chiusure supera il punto percentuale; e in misura inferiore l’agricoltura, la manifattura, le costruzioni, le attività immobiliari, i servizi di supporto alle imprese e le attività artistiche, sportive e di intrattenimento.
Mostrano, al contrario, un trend positivo i servizi di informazione e comunicazione, le attività finanziarie e assicurative, cresciute del 2,5%, le attività professionali, scientifiche e tecniche, l’istruzione.
Negativo anche l’andamento dell’artigianato, con una diminuzione di 17 unità pari allo 0,2% per un totale di 7.904 imprese registrate a fine marzo. Nel dettaglio dei settori nei quali opera l’artigianato di Cremona, si evidenziano contrazioni nelle attività manifatturiere (-0,6%), nelle costruzioni (-0,1%), nel commercio (-0,8%), nel trasporto e magazzinaggio (-1,5%), nelle attività di alloggio e ristorazione (-4%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (-1,4%), nelle attività di supporto alle imprese (-0,3%) e nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (-1,8%).
Risultano in ripresa, invece, l’agricoltura (+7%), i servizi di informazione e comunicazione (+5,9%) e le altre attività di servizi (+1,2%).