"Quarta Mafia", Laronga al Torriani
Neppure Cremona è al sicuro
La “quarta mafia” è la definizione mediatica dei clan foggiani, una criminalità emergente che coniuga arcaicità e modernità, localismo e globalizzazione.
Un’organizzazione rimasta a lungo invisibile rispetto a quelle tradizionali, solo perché poco raccontata e conosciuta. Capace, però, al pari della mafia siciliana, della camorra e della ‘ndrangheta di irradiarsi in tutto il Paese e di sgretolare la sicurezza pubblica anche in territori lontani dalla sua zona di origine.
Se ne è parlato martedì mattina all’Iis di Cremona, davanti ad una platea di ragazzi attenti, nell’ambito della Settimana della legalità. Ospite il magistrato Antonio Laronga, procuratore aggiunto a Foggia, che da oltre vent’anni si occupa di criminalità organizzata e delle mafie foggiane, e autore del libro Quarta mafia. La criminalità organizzata foggiana nel racconto di un magistrato sul fronte.
“Questa mafia e queste mafie – ha detto Laronga – sono quelle che nei territori di origine continuano ancora a praticare il metodo tradizionale, cioè il metodo violento e intimidatorio. Nelle regioni centro settentrionali, invece, il metodo operativo è completamente diverso, è un metodo di tipo dialogico.
Un metodo che è basato sullo scambio, sulla collusione, quindi un metodo di infiltrazione silente. Cremona è una città nella quale non ci sono mafie autoctone, ma questo non significa che non debba preoccuparsi di questo problema, perché il problema delle mafie è un problema nazionale”. sb