Amore, dolore e morte,
al Manin un viaggio nella legalità

All’interno delle celebrazioni per i 160 anni del Liceo Ginnasio Statale “Daniele Manin”, l’Aula Magna dell’istituto ha ospitato un evento di grande intensità emotiva e culturale dal titolo “Guarire: il sottile legame tra Amore, Dolore e Morte”, ideato e curato dalla professoressa Giuseppina Rosato.
La giornata, nata in occasione del 33° anniversario della Strage di Capaci e inserita nella Settimana della Legalità, ha proposto un percorso trasversale e profondo, partendo dai miti classici e passando per le più celebri pagine della letteratura italiana, fino a toccare la commovente storia d’amore tra Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, nel tempo delle stragi di mafia. Un filo rosso tra amore e morte, che ha condotto sul senso dell’umano.
“Abbiamo voluto costruire un viaggio – ha spiegato la professoressa Rosato – che parlasse di legalità e memoria attraverso il prisma dell’umanità. Dalla tragedia greca ai versi di Dante e Tasso, fino al sacrificio di Falcone, Morvillo, Borsellino e Agnese Piraino. Con la partecipazione attiva degli studenti e con il contributo di due ospiti eccezionali, questo evento vuole lasciare un seme di riflessione nei cuori dei ragazzi”.
Ospiti dell’evento, il professor Paolo Sossai, specialista in Medicina interna e Oncologia medica, e Nicola Lanese, fotoreporter per le principali reti televisive italiane, documentarista per National Geographic Channel.
“Noi medici – ha detto Sossai – tocchiamo le corde più profonde dell’umanità. Curare, e talvolta guarire, è un gesto che richiede empatia, ascolto, umanità. Portare questa esperienza ai ragazzi è un modo per invitarli a diventare, un giorno, medici migliori”.
Lanese ha portato la sua voce e i suoi occhi da fotoreporter di guerra: “Ho vissuto esperienze molto dure in Iraq, Kosovo, Africa. Voglio mostrare ai ragazzi il volto della sofferenza nel mondo, fuori dai loro confini abituali. I giovani sono spesso pronti ad ascoltare. Con le immagini che presenterò, spero di trasmettere loro uno sguardo nuovo, più consapevole”.
Parola, musica, arte, fotografia: lo spettacolo ha visto gli studenti protagonisti attivi come lettori e musicisti, per un volo poetico e civile che ha commosso e coinvolto: “Il nostro filo conduttore per l’anniversario del Manin – ha aggiunto la professoressa Rosato – è il nuovo umanesimo: e oggi, più che mai, è attraverso la cultura che si guarisce”.