Emergenza fumo, torna
a crescere la dipendenza

Torna a crescere la dipendenza da fumo, anche sul nostro territorio, dopo alcuni anni in cui si era registrato un trend di diminuzione: questo il dato che emerge nella Giornata mondiale senza tabacco, che riaccende la riflessione su stili di vita potenzialmente dannosi per la salute. Le principali utilizzatrici, continuano ed essere le donne.
In realtà si fumano meno sigarette, ma è incrementato l’utilizzo dei prodotti alternativi, come spiega il direttore del Serd di Cremona, il dottor Roberto Poli: “Sono cambiati molto gli stili di consumo, nel senso che rispetto al passato la sigaretta tradizionale ha perso mercato. Le giovani generazioni si indirizzano sulle sigarette elettroniche, prodotti che utilizzano tabacco riscaldato o lo Snus, ossia del tabacco umido che viene applicato direttamente alla gengiva”.
Tutte modalità molto diffuse tra i giovani, specialmente l’ultima che, come spiega ancora Poli, “piace molto ai ragazzi, e comporta l’assunzione di un quantitativo di nicotina molto elevato e ad assorbimento rapido. Quindi da un effetto più forte rispetto ad altri metodi di utilizzo del tabacco”.
Ed è errato pensare che le alternative alla sigaretta possano essere meno dannose: “Tutti i prodotti che contengono nicotina portano a sviluppare una dipendenza” spiega il medico. Ma non è l’unico problema: “E’ vero che con queste nuove modalità viene meno l’effetto cancerogeno provocato dalla combustione, ma non ci sono dati di sicurezza rispetto al fatto che utilizzare prodotti alternativi possa creare meno problemi”.
Anzi, “stanno emergendo degli alert rispetto a rischi legati all’utilizzo di questi prodotti, agli aromi che vengono utilizzati, che possono portare altre tipologie di danni su cui non abbiamo evidenze certe”. Insomma, sottolinea Poli, bisogna “fare attenzione perché non sono prodotti innocui”.
Anche per questo il lavoro del Serd continua a pieno ritmo, con la proposta dei corsi per smettere di fumare; “Tra il 2024 e i primi mesi 2025 avuto la partecipazione di 80 persone, di cui 70 italiani, 2 stranieri Ue e stranieri 8 extra Ue” spiega Poli. Dei partecipanti, 37 sono femmine e 43 maschi. Solo due sono gli under 25, 11 sono nella fascia d’età 25-35, 9 nella fascia 35-45, 18 tra i 45 e i 55, 16 nella fascia 55-65 e 24 sono over 65.
“Si tratta di una platea variegata, ma emerge un dato: i giovanissimi non si pongono il problema di smettere” spiega ancora Poli. I corsi, in ogni caso, si rivelano efficaci: “Alla fine del corso circa l’80% dei partecipanti interrompe l’uso delle sigarette, mentre il 50% rimane fedele all’astensione a distanza di un anno”.
Laura Bosio