Non fu abbandono di minori: figli
rientrati, una famiglia che rinasce

Dopo sette anni di un percorso complesso e profondo, iniziato nel 2018 davanti al Tribunale per i Minorenni di Brescia, quando cinque minori erano stati allontanati dai genitori per motivi di tutela, si è risolto definitivamente ieri con il rientro dei figli in famiglia. “La storia, lunga e non priva di difficoltà”, hanno dichiarato gli avvocati Anila Halili e Erminio Orlando Mola, “si è conclusa con un lieto fine grazie all’impegno costante dei genitori, al supporto delle istituzioni e alla costruzione di un progetto educativo condiviso.”
Tutto è partito quando la mamma, una donna extracomunitaria residente in provincia di Cremona, il primo e il due di settembre del 2019 aveva lasciato in casa da soli i figli piccoli: il marito era assente dall’abitazione perché detenuto in carcere. La donna era stata accusata di abbandono dei minor e condannata a 9 mesi di reclusione dal tribunale di Cremona. Lo scorso gennaio, però, la Corte d’Appello di Brescia aveva ribaltato la decisione di primo grado, pronunciando sentenza di assoluzione.

L’accusa verteva sul fatto che i piccoli, pur assistiti dai fratelli maggiori, avevano dovuto dormire da soli in casa. L’imputata si era giustificata spiegando che aveva dovuto momentaneamente assentarsi per recarsi a Milano da un’amica per recuperare del denaro che le aveva precedentemente prestato. A fronte di un imprevisto dell’amica, la madre dei bambini aveva dovuto fermarsi a dormire fuori dalla sua abitazione. A causa poi dei ritardi dei treni era riuscita a rientrare solamente alle 19 del giorno seguente.
“Nel corso del processo d’Appello”, aveva spiegato l’avvocato Halili, “ho evidenziato che la mia assistita non aveva alcuna consapevolezza dell’esposizione dei minori ad un eventuale pericolo. I bambini, infatti, erano stati lasciati in un luogo assolutamente familiare come la dimora di famiglia. Peraltro all’arrivo nell’abitazione dell’assistente sociale nessuno di loro dava segno di disagio per l’assenza della donna che si era premurata che i ragazzi più grandi si prendessero cura dei loro fratelli minori”.
“Esemplare”, hanno dichiarato gli avvocati Halili e Mola, “la collaborazione tra tutte le figure coinvolte: la comunità educativa per minori, gli operatori del Servizio Tutela Minori del territorio Cremonese e il ruolo fondamentale dei genitori. Questa rete ha lavorato sinergicamente, mettendo al centro il benessere dei bambini e credendo nella possibilità concreta di un ricongiungimento familiare, basato su responsabilità, crescita e cambiamento.

Il percorso riabilitativo dei genitori, che hanno mostrato negli anni un impegno serio e costante, è stato oggetto di monitoraggi regolari, incontri protetti, percorsi psicologici e formativi. Oggi, a distanza di tempo, grazie a risultati tangibili e duraturi e ad una lunga battaglia legale, sempre nell’ottica collaborativa, si è potuta offrire ai figli la possibilità di ritrovare il calore della propria casa”.
“Questo caso”, hanno concluso i due legali che hanno assistito i genitori, ” testimonia quanto la fiducia, la pazienza e la professionalità di chi opera nel settore della tutela dei minori possano fare la differenza. Non si tratta solo di proteggere, ma anche, quando possibile, di ricostruire.
Il rientro definitivo dei minori presso la famiglia di origine non è solo un evento individuale, ma un esempio concreto di buona prassi. È la dimostrazione che la la famiglia si può sempre ricostituire. Questa è prima di tutto la storia di una rinascita familiare”.
Sara Pizzorni